Volume 6

Edizione Giuntina
    di bocca a Michelagnolo, perché era modestissimo. Finalmente con-
    clusero che l'ordinazione fussi tutta di Michelagnolo e le fatiche dello
    esseguire detta opera fussi di Tiberio, che di tutto si contentorono,
    promettendo loro che egli gli servirebbe benissimo; e così, dato la
5   pianta a Tiberio, che la riducessi netta e disegnata giusta, gli ordinò
    i profili di fuori e di drento, e che ne facessi un modello di terra,
    insegnandogli il modo da condurlo che stessi in piedi. In dieci gior-
    ni condusse a Tiberio il modello di otto palmi, del quale, piaciuto
    assai a tutta la nazione, ne feciono poi fare un modello di legno, che
10   è oggi nel Consolato di detta nazione: cosa tanto rara, quan-
    to tempio nessuno che si sia mai visto, sì per la bellezza, ricchezza e
    gran varietà sua; del quale fu dato principio e speso scudi 5000, che,
    mancato a quella fabbrica gli assegnamenti, è rimasta così, ch'e' n'eb-
    be grandissimo dispiacere.
15   Fece allogare a Tiberio con suo ordine a Santa Maria Maggiore
    una cappella cominciata per il cardinale di Santa Fiore, restata im-
    perfetta per la morte di quel cardinale e di Michelagnolo e di Tibe-
    rio, che fu di quel giovane grandissimo danno.
    Era stato Michelagnolo anni 17 nella fabbrica di San Pietro, e più
20   volte i Deputati l'avevon voluto levare da quel governo; e non es-
    sendo riuscito loro, andavano pensando, ora con questa stranezza et
    ora con quella, opporsegli a ogni cosa, che per istracco se ne levassi,
    essendo già tanto vecchio che non poteva più. Ove essendovi per
    soprastante Cesare da Castel Durante, che in que' giorni si morì, Mi-
25   chelagnolo, perché la fabbrica non patissi, vi mandò, per fino che
    trovassi uno a modo suo, Luigi Gaeta, troppo giovane ma suffizien-
    tissimo. E' Deputati, una parte de' quali molte volte avevon fatto
    opera di mettervi Nanni di Baccio Bigio, che gli stimolava e promet-
    teva gran cose, per potere travagliare le cose della fabbrica a lor
30   modo, mandoron via Luigi Gaeta: il che inteso Michelagnolo, qua-
    si sdegnato, non voleva più capitare alla fabbrica; dove e' comin-
    ciorono a dar nome fuori ch'e' non poteva più, che bisognava dargli
    un sustituto, e che egli aveva detto che non voleva impacciarsi più di
    San Piero. Tornò tutto agli orecchi di Michelagnolo, il quale mandò
35   Daniello Ricciarelli da Volterra al vescovo Ferratino, uno de' sopra-
    stanti, che aveva detto al cardinale di Carpi che Michelagnolo aveva
    detto a un suo servitore che non voleva impacciarsi più della fabbrica;
    che tutto Daniello disse non essere questa la voluntà di Michelagnolo.
    Dolendosi il Ferratino che egli non conferiva il concetto suo e che
40   era bene che dovessi mettervi un sostituto, e volentieri arebbe accettato
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