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Andò il medesimo anno Giovanni cardinale de' Medici, figliuolo |
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del duca Cosimo, a Roma per il cappello a Pio IV, e convenne, come |
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suo servitore e familiare, al Vasari andar seco, che volentieri vi andò |
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e vi stette circa un mese per godersi Michelagnolo, che l'ebbe caris- |
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simo e di continuo gli fu a torno. Aveva portato seco il Vasari, per |
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ordine di Sua Eccell[enza], il modello di legno di tutto il palazzo du- |
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cale di Fiorenza, insieme coi disegni delle stanze nuove che erano state |
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murate e dipinte da lui, quali desiderava Michelagnolo vedere in mo- |
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dello e disegno, poi che, sendo vecchio, non poteva vedere l'opere, |
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le quali erano copiose, diverse e con varie invenzioni e capricci, che |
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cominciavano dalla Castrazione di Cielo, Saturno, Opi, Cerere, Giove, |
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Giunone, Ercole, che in ogni stanza era uno di questi nomi, con le |
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sue istorie in diversi partimenti; come ancora l'altre camere e sale, |
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che erano sotto queste, avevano il nome degli eroi di casa Medici, co- |
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minciando da Cosimo Vecchio, Lorenzo, Leone Decimo, Clemente |
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Settimo, e 'l signor Giovanni e 'l duca Alessandro eùduca Cosimo; |
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nelle quali per ciascuna erano non solamente le storie de' fatti loro, |
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ma loro ritratti e de' figliuoli e di tutte le persone antiche, così di go- |
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verno come d'arme e di lettere, ritratte di naturale. Delle quali aveva |
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scritto il Vasari un Dialogo, ove si dichiarava tutte le istorie et il fine |
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di tutta l'invenzione, e come le favole di sopra s'accomodassino alle |
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istorie di sotto, le quali gli fur lette da Anibal Caro, che n'ebbe gran- |
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dissimo piacere Michelagnolo. Questo Dialogo, come arà più tempo |
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il Vasari, si manderà fuori. |
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Queste cose causorono che, desiderando il Vasari di metter mano |
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alla sala grande, e perché era, come s'è detto altrove, il palco basso, |
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che la faceva nana e cieca di lumi, et avendo desiderio di alzarla, |
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non si voleva risolvere il duca Cosimo a dargli licenzia ch'ella |
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si alzasse. Non che 'l Duca temesse la spesa, come s'è visto poi, ma |
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il pericolo di alzare i cavagli del tetto 13 braccia sopra; dove Sua Ec- |
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cell[enza], come giudiziosa, consentì che s'avessi il parere da Michela- |
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gnolo, visto in quel modello la sala come era prima, poi levato tutti |
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que' legni e postovi altri legni, con nuova invenzione del palco e delle |
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facciate, come s'è fatto da poi, e disegnata in quella insieme l'inven- |
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zione delle istorie: che piaciutagli, ne diventò sùbito non giudice, ma |
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parziale, vedendo anche il modo e la facilità dello alzare i cavagli e 'l |
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tetto, et il modo di condurre tutta l'opera in breve tempo. Dove egli |
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scrisse nel ritorno del Vasari al Duca che seguitassi quella impresa, |
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che l'era degna della grandezza sua. Il medesimo anno andò a Roma |
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il duca Cosimo con la signora duchessa Leonora sua consorte, e Michelagnolo |