Volume 6

Edizione Giuntina
    e vedere per i mezzi fra i pilastri, dove sono le finestre, il didrento
    della tribuna e della chiesa; e architrave, fregio e cornice di sopra gi-
    rava in tondo, risaltando sopra le dua colonne, alla dirittura delle
    quali si muovono sopra quelle alcuni viticci, che, tramezzati da certi
5   nicchioni, insieme vanno a trovare il fine della pergamena, che co-
    mincia a voltarsi e stringersi un terzo della altezza, a uso di pirami-
    de tondo, fino alla palla, che dove va questo finimento ultimo va la
    croce.
    Molti particulari e minuzie potrei aver conto, come di sfogatoi per
10   i tremuoti, aquidotti, lumi diversi et altre comodità, che le lasso, poi
    che l'opera non è al suo fine, bastando aver tocco le parti principali
    il meglio che ho possuto. Ma perché tutto è in essere e si vede, basta
    aver così brevemente fattone uno schizzo, che è gran lume a chi non
    vi ha nessuna cognizione.
15   Fu la fine di questo modello, fatto con grandissima satisfazione
    non solo di tutti gli amici suoi, ma di tutta Roma, il fermamento e
    stabilimento di quella fabbrica. Seguì che morì Paulo Quarto
    e fu creato dopo di lui Pio Quarto, il quale, facendo seguitare di mu-
    rare il palazzetto del bosco di Belvedere a Pirro Ligorio, restato ar-
20   chitetto del Palazzo, fece offerte e carezze assai a Michelagnolo. Il
    motuproprio avuto prima da Paulo Terzo e da Iulio Terzo e Paulo
    Quarto sopra la fabbrica di San Piero gli confermò, e gli rendé una
    parte delle entrate e provisioni tolte da Paulo Quarto, adoperandolo
    in molte cose delle sue fabriche, et a quella di San Piero nel tempo
25   suo fece lavorare gagliardamente. Particolarmente se ne servì nel fare
    un disegno per la sepoltura del marchese Marignano suo fratello, la
    quale fu allogata da Sua Santità per porsi nel Duomo di Milano al
    cavalier Lione Lioni aretino, scultore eccellentissimo, molto amico di
    Michelagnolo, che a suo luogo si dirà della forma di questa sepoltura.
30   Et in quel tempo il cavaliere Lione ritrasse in una medaglia Michela-
    gnolo molto vivacemente, et aùccompiacenza di lui gli fece nel rovescio
    un cieco guidato da un cane, con queste lettere attorno: DOCEBO INI-
    QUOS VIAS TUAS ET IMPII AD TE CONVERTENTUR . E perché gli piacque
    assai, gli donò Michelagnolo un modello d'uno Ercole che scoppia
35   Anteo, di suo mano, di cera, con certi suoi disegni.
    Di Michelagnolo non ci è altri ritratti che duoi di pittura, uno di
    mano del Bugiardino e l'altro di Iacopo del Conte, et uno di bronzo
    di tutto rilievo fatto da Daniello Ricciarelli, e questo del cavalier Lione,
    da e' quali se n'è fatte tante copie, che n'ho visto, in molti luoghi di
40   Italia e fuori, assai numero.
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