Volume 6

Edizione Giuntina
    al giardino, dove egli desiderava di essercitargli e creargli in
    una maniera che onorasse sé e lui e la città sua. Laonde da
    Domenico gli furono per ottimi giovani dati, fra gli altri, Michela-
    gnolo e Francesco Granaccio. Per il che andando eglino al giardino,
5   vi trovarono che il Torrigiano, giovane de' Torrigiani, lavorava di
    terra certe figure tonde che da Bertoldo gli erano state date. Miche-
    lagnolo, vedendo questo, per emulazione alcune ne fece; dove Lo-
    renzo, vedendo sì bello spirito, lo tenne sempre in molta aspettazione;
    et egli, inanimito, dopo alcuni giorni si misse a contrafare con un
10   pezzo di marmo una testa che v'era d'un Fauno vecchio, antico e
    grinzo, che era guasta nel naso e nella bocca rideva. Dove a Miche-
    lagnolo, che non aveva mai più tócco marmo né scarpegli, successe
    il contrafarla così bene, che il Magnifico ne stupì; e visto che, fuor
    della antica testa, di suo fantasia gli aveva trapanato la bocca e fat-
15   togli la lingua e vedere tutti i denti, burlando quel signore con pia-
    cevolezza, come era suo solito, gli disse: «Tu doveresti pur sapere
    che i vecchi non hanno mai tutti i denti e sempre qualcuno ne manca
    loro». Parve a Michelagnolo in quella semplicità, temendo et amando
    quel signore, ch'egli dicesse il vero; né prima si fu partito, che sùbito
20   gli roppe un dente e trapanò la gengìa, di maniera che pareva che
    gli fussi caduto; et aspettando con desiderio il ritorno del Magnifico,
    che venuto e veduto la semplicità e bontà di Michelagnolo, se ne
    rise più d'una volta, contandola per miracolo a' suoi amici; e fatto
    proposito di aiutare e favorire Michelagnolo, mandò per Lodovico
25   suo padre e gliene chiese, dicendogli che lo voleva tenere come un
    de' suoi figliuoli; et egli volentieri lo concesse; dove il Magnifico
    gli ordinò in casa sua una camera e lo faceva attendere, dove del con-
    tinuo mangiò alla tavola sua co' suoi figliuoli et altre persone degne e
    di nobiltà che stavano col Magnifico, dal quale fu onorato. E questo
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Edizione Torrentiniana
30   dove egli desiderava di esercitargli e creargli in una maniera che ono-
    rasse e lui e la città sua. Laonde da Domenico gli furono per ottimi gio-
    vani dati, fra gli altri, Michele Agnolo e Francesco Granaccio. Per il
    che, andando eglino al giardino, vi trovarono che il Torrigiano, giovane
    de' Torrigiani, lavorava di terra certe figure tonde che da Bertoldo gli
35   erano state date. Michele Agnolo, vedendo questo, per emulazione alcune
    ne fece; dove Lorenzo, vedendo sì bello spirito, lo tenne sempre in molta
    aspettazione; et egli, inanimito, dopo alcuni giorni si mise a contrafare
    con un pezzo di marmo una testa antica che v'era. Onde Lorenzo, molto
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