Volume 6

Edizione Giuntina
    fu l'anno seguente che si era acconcio con Domenico, che aveva Mi-
    chelagnolo da 15 anni o 16, e stette in quella casa 4 anni, che fu poi
    la morte del Magnifico Lorenzo nel' 92. Imperò in quel tempo ebbe
    da quel signore Michelagnolo provisione, per aiutare suo padre,
5   di V ducati il mese; e per rallegrarlo gli diede un mantello pagonazzo
    et al padre uno officio in dogana. Vero è che tutti quei giovani del
    giardino erano salariati, chi assai e chi poco, dalla liberalità di quel
    magnifico e nobilissimo cittadino, e da lui, mentre che visse, furono
    premiati. Dove in questo tempo, consigliato dal Poliziano, uomo nel-
10   le lettere singulare, Michelagnolo fece in un pezzo di marmo, datogli
    da quel signore, la Battaglia di Ercole coi Centauri, che fu tanto
    bella che talvolta, per chi ora la considera, non par di mano di gio-
    vane, ma di maestro pregiato e consumato negli studii e pratico in
    quell'arte. Ella è oggi in casa sua, tenuta per memoria da Lionardo
15   suo nipote, come cosa rara che ell'è. Il quale Lionardo non è molti
    anni che aveva in casa, per memoria di suo zio, una Nostra Donna
    di basso rilievo di mano di Michelagnolo, di marmo, alta poco più
    d'un braccio, nella quale, sendo giovanetto in questo tempo medesi-
    mo, volendo contrafare la maniera di Donatello, si portò sì bene che
20   par di man sua, eccetto che vi si vede più grazia e più disegno. Questa
    donò Lionardo poi al duca Cosimo Medici, il quale la tiene per cosa
    singularissima, non essendoci di sua mano altro basso rilievo che que-
    sto di scultura.
    E tornando al giardino del Magnifico Lorenzo, era il giardino tut-
25   to pieno d'anticaglie e di eccellenti pitture molto adorno, per bel-
    lezza, per studio, per piacere ragunate in quel loco, del quale teneva
    di continuo Michelagnolo le chiavi, e molto più era sollecito che
    gli altri in tutte le sue azzioni, e con viva fierezza sempre
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Edizione Torrentiniana
    contento, ne fece gran festa e gli ordinò provisione, per aiutar suo padre
30   e per crescergli animo, di cinque ducati il mese; e per rallegrarlo gli diede
    un mantello paonazzo et al padre uno officio in dogana. Vero è che tutti
    quei giovani erano salariati, chi assai e chi poco, da la liberalità di quel
    magnifico e nobilissimo cittadino, e da lui, mentre che visse, furono pre-
    miati.
35   Era il giardino tutto pieno d'anticaglie e di eccellenti cose molto ador-
    no, per bellezza, per studio e per piacere ragunate in quel loco. Teneva
    di continuo Michele Agnolo la chiave di questo loco, e molto più solecito
    che gli altri in tutte le sue azzioni, e con viva fierezza sempre pronto si
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