Volume 5

Edizione Giuntina
    lor nuocere. Onde cominciò a fare in queste pietre molte pitture,
    ricignendole con ornamenti d'altre pietre mischie, che, fatte lu-
    stranti, facevano accompagnatura bellissima. Ben è vero che, finite,
    non si potevano né le pitture né l'ornamento, per lo troppo peso,
5   né muovere né trasportare se non con grandissima difficultà. Molti
    dunque, tirati dalla novità della cosa e dalla vaghezza dell'arte, gli
    davano arre di danari perché lavorasse per loro; ma egli, che più
    si dilettava di ragionarne che di farle, mandava tutte le cose per la
    lunga. Fece nondimeno un Cristo morto e la Nostra Donna in una
10   pietra per don Ferrante Gonzaga, il quale lo mandò in Ispagna con
    un ornamento di pietra, che tutto fu tenuto opera molto bella, et a
    Sebastiano fu pagata quella pittura cinquecento scudi da messer
    Niccolò da Cortona, agente in Roma del cardinale di Mantova. Ma
    in questo fu Bastiano veramente da lodare, perciò che dove Domenico
15   suo compatriota, il quale fu il primo che colorisse a olio in muro, e
    dopo lui Andrea dal Castagno, Antonio e Piero del Pollaiuolo non
    seppero trovar modo che le loro figure a questo modo fatte non di-
    ventassino nere né invecchiassero così presto, lo seppe trovar Ba-
    stiano; onde il Cristo alla colonna, che fece in San Piero a Montorio,
20   infino ad ora non ha mai mosso, et ha la medesima vivezza e colore
    che il primo giorno. Perché usava costui questa così fatta diligenza,
    che faceva l'arricciato grosso della calcina con mistura di mastice
    e pece greca, e quelle insieme fondute al fuoco e date nelle mura,
    faceva poi spianare con una mescola da calcina, fatta rossa overo ro-
25   vente al fuoco; onde hanno potuto le sue cose reggere all'umido e
    conservare benissimo il colore senza farli far mutazione. E con la
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Edizione Torrentiniana
    così dette da fra' Sebastiano, né che il fuoco o tarli gli potessero nuocere.
    E così infinite cose cominciò in queste pietre, le quali faceva ricignere di
    ornamenti di altre pietre mischie belle, le quali, lustrandole, erano una
30   maraviglia; ma finite non si potevano né le pitture né l'ornamento per il
    peso movere. E così con questa cosa molti principi, tirati dalla novità
    della cosa e dalla vaghezza dell'arte, gli davano arre di danari, che fa-
    cesse opere per essi, delle quali egli più si dilettava di ragionare che di
    farle. Fece una Pietà con Cristo morto e la Nostra Donna in una pietra
35   per don Ferrante Gonzaga, il quale la mandò in Spagna con ornamento
    di pietra, che fu tenuta cosa molto bella; della quale cavò egli cinquecento
    scudi, che messer Nino da Cortona, agente dal cardinale di Mantova in
    Roma, gli donò.
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