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Non molto doppo essendo mancato Raffaello, et essendo il primo |
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luogo nell'arte della pittura conceduto universalmente da ognuno |
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a Sebastiano mediante il favore di Michelagnolo, Giulio Romano, |
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Giovanfrancesco Fiorentino, Perino del Vaga, Polidoro, Maturino, |
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Baldessarre Sanese e gl'altri rimasero tutti a dietro. Onde Agostin |
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Chigi, che con ordine di Raffaello faceva fare la sua sepoltura e cap- |
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pella in Santa Maria del Popolo, convenne con Bastiano che egli |
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tutta gliela dipignesse. E così fatta la turata, si stette coperta, senza |
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che mai fusse veduta, insino all'anno 1554; nel qual tempo si risol- |
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vette Luigi, figliuolo d'Agostino, poi che il padre non l'aveva potuta |
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veder finita, voler vederla egli. E così allogata a Francesco Salviati |
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la tavola e la cappella, egli la condusse in poco tempo a quella |
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perfezzione che mai non le poté dare la tardità e l'irresoluzione di |
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Sebastiano, il quale, per quello che si vede, vi fece poco lavoro, se |
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bene si trova ch'egli ebbe dalla liberalità d'Agostino e degli eredi |
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molto più che non se gli sarebbe dovuto, quando l'avesse finita del |
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tutto: il che non fece, o come stanco dalle fatiche dell'arte, o come |
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troppo involto nelle commodità et in piaceri. Il medesimo fece a mes- |
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ser Filippo da Siena, cherico di Camera, per lo quale nella Pace di |
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Roma, sopra l'altare maggiore, cominciò una storia a olio sul muro, |
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e non la finì mai; onde i frati, di ciò disperati, furono constretti |
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levare il ponte che impediva loro la chiesa, e coprire quell'opera con |