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Avvenne che Giorgione da Castel Franco mise in quella città i modi |
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della maniera moderna più uniti e con certo fumeggiar di colore; |
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per il che Sebastiano si partì da Giovanni e si acconciò con Giorgione, |
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col quale stette fino aùttanto che egli prese una maniera che teneva forte |
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delle cose di Giorgione, e di quella di Giovan Bellino ancora. Fece in |
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Vinegia molti ritratti di naturale, come è costume di quella città. Né |
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passò molto tempo ch'Agostin Chigi sanese, grandissimo mercante che in |
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Vinegia faceva faccende, cercò di condurre Sebastiano a Roma, aven- |
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dogli posto amore per il liuto ch'e' sonava e per essere piacevole nella |
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conversazione. Né fu troppa fatica a persuaderlo, per avere egli inteso |
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quanto l'aria di Roma fosse propizia ai pittori et a tutte le persone in- |
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gegnose. |
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Inviossi dunque a Roma con Agostino; e pervenuti in quella, Agostino |
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lo mise in opera, e gli fece fare tutti gli archetti che sono su la loggia che |
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risponde sul giardino, dove Baldassarre Sanese aveva fatto la sua volta |
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dipinta; nei quali archetti Sebastiano fece cose poetiche di quella maniera |
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che aveva recato da Vinegia, molto disforme da quella che usavano in |
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Roma que' valenti pittori. Aveva Raffaello fatto in questo medesimo |
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luogo una storia di Galatea; e Sebastiano non stette molto che fece un |
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Polifemo in fresco, allato a quella, nel quale cercò d'avanzarsi più che |
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poteva, spronato dalla concorrenza di Baldassarre Sanese e poi di Raf- |
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faello. Colorì alcune cose a olio, delle quali, per avere egli da Giorgione |
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imparato un modo morbido di colorire, ne tenevano in Roma un grandis- |
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simo conto. |