Volume 5

Edizione Giuntina
    compagnia d'uno architetto milanese, chiamato Tofano Lombardi-
    no, uomo allora molto stimato in Lombardia per molte fabbriche
    che si vedevano di sua mano. Costoro dunque avendo fatti più di-
    segni, et essendosi quegli di Baldassarre Peruzzi sanese perduti, fu
5   sì bello e bene ordinato uno che fra gli altri ne fece Giulio, che
    meritò riceverne da quel popolo lode grandissima, e con libera-
    lissimi doni esser riconosciuto nel suo ritornarsene a Mantova.
    Intanto, essendo di que' giorni morto Antonio Sangallo in Roma,
    e rimasi perciò in non piccolo travaglio i deputati della fabbrica
10   di San Piero, non sapendo essi a cui voltarsi per dargli carico di
    dovere con l'ordine cominciato condurre sì gran fabbrica a fine,
    pensarono niuno potere esser più atto a ciò che Giulio Romano,
    del quale sapevano tutti quanta l'eccellenza fusse et il valore. E
    così, avisando che dovesse tal carico accettare più che volentieri per
15   rimpatriarsi onoratamente e con grossa provisione, lo feciono tentare
    per mezzo d'alcuni amici suoi, ma invano; però che, se bene di
    bonissima voglia sarebbe andato, due cose lo ritennero: il cardinale,
    che per niun modo volle che si partissi, e la moglie con gl'amici e '
    parenti, che per tutte le vie lo sconfortarono. Ma non avrebbe per
20   avventura potuto in lui niuna di queste due cose, se non si fusse
    in quel tempo trovato non molto ben sano; per che, considerando
    egli di quanto onore e utile sarebbe potuto essere a sé et a' suoi fi-
    gliuoli accettar sì onorato partito, era del tutto vòlto, quando cominciò
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Edizione Torrentiniana
    condussero Giulio in compagnia di uno architetto milanese, chiamato To-
25   fano Lombardino; i quali fecero per questo disegni et ordini, essendosi
    smarriti quelli che Baldassarre Sanese aveva già fatti. E fu sì bello e
    tanto bene ordinato il disegno fatto da Giulio, che e' ne ricevette da quel
    popolo lode grandissima, e con liberalissimi doni se ne ritornò a Mantova.
    Era morto in quei giorni Antonio da S. Gallo, et aveva lasciato in
30   grandissimo travaglio di mente i deputati di San Pietro di Roma, non
    sapendo essi a cui voltarsi per dargli il carico di dovere con lo ordine
    cominciato venire a fine di tal fabbrica; e perché e' pensarono che altri
    non fosse migliore a far ciò che il valore di Giulio Romano, dissimulata-
    mente ne lo facevano tentare per via degli amici, persuadendosi che e'
35   dovesse accettar volentieri per ripatriare con impresa onorata e con
    grossa provisione. E nel vero egli più che volentieri vi sarebbe andato,
    se due cose non l'avessero ritenuto: l'una era che il cardinale di Mantova
    non voleva per alcun modo contentarsi ch'egli si partisse; l'altra,
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