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aveva sì tosto uno aperto la bocca per aprirgli un suo concetto, che |
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l'aveva inteso e disegnato. |
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Fra le molte cose rare che aveva in casa sua, vi era in una tela di |
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rensa sottile il ritratto naturale d'Alberto Duro, di mano di esso |
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Alberto, che lo mandò, come altrove si è detto, a donare a Raffaello |
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da Urbino; il qual ritratto era cosa rara, perché essendo colorito a |
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guazzo con molta diligenza e fatto d'acquerelli, l'aveva finito Alberto |
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senza adoperare biacca, et in quel cambio si era servito del bianco della tela, delle fila della quale, sottilissime, aveva tanto ben |
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fatti i peli della barba, che era cosa da non potersi imaginare, non- |
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ché fare, et al lume traspareva da ogni lato: il quale ritratto, che a |
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Giulio era carissimo, mi mostrò egli stesso per miracolo quando, |
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vivendo lui, andai per mie bisogne a Mantova. |
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Morto il duca Federigo, dal quale più che non si può credere |
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era stato amato Giulio, se ne travagliò di maniera, che si sarebbe |
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partito di Mantova, se il cardinale fratello del Duca, a cui era rimaso |
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il governo dello Stato per essere i figliuoli di Federigo piccolissimi, |
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non l'avesse ritenuto in quella città, dove aveva moglie, figliuoli, |
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case, villaggi e tutti altri commodi che ad agiato gentiluomo sono |
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richiesti: e ciò fece il cardinale, oltre alle dette cagioni, per servirsi |
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del consiglio et aiuto di Giulio in rinovare e quasi far di nuovo tutto |
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il Duomo di quella città. A che messo mano, Giulio lo condusse assai |
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inanzi con bellissima forma. |
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In questo tempo Giorgio Vasari, che era amicissimo di Giulio, |
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se bene non si conoscevano se non per fama e per lettere, nell'anda- |
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re a Vinezia, fece la via per Mantova per vedere Giulio e l'opere |
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sue; e così arrivato in quella città, andando per trovar l'amico senza |
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essersi mai veduti, scontrandosi l'un l'altro si conobbono non altrimenti |