Volume 5

Edizione Giuntina
    Monaci Neri; e con suoi disegni fu abbellita tutta la chiesa di pitture
    e tavole bellissime. E perché erano in sommo pregio in Lombardia
    le cose sue, volle Gian Matteo Giberti, vescovo di quella città, che la
    tribuna del Duomo di Verona, come s'è detto altrove, fusse tutta di-
5   pinta dal Moro Veronese con i disegni di Giulio. Il quale fece al Duca
    di Ferrara molti disegni per panni d'arazzo, che furono poi condotti
    di seta e d'oro da maestro Niccolò e Giovan Batista Rosso fiaminghi,
    che ne sono fuori disegni in istampa, stati intagliati da Giovan Ba-
    tista Mantovano, il quale intagliò infinite cose disegnate da Giulio,
10   e particolarmente, oltre a tre carte di battaglie intagliate da altri, un
    medico ch'apicca le coppette sopra le spalle a una femina, una No-
    stra Donna che va in Egitto e Giuseppo ha a mano l'asino per la
    cavezza, et alcuni Angeli fanno piegare un dattero perché Cristo
    ne colga de' frutti. Intagliò similmente il medesimo col disegno
15   di Giulio una lupa in sul Tevere che allatta Remo e Romulo, e
    quattro storie di Plutone, Giove e Nettunno che si dividono per
    sorte il cielo, la terra et il mare. Similmente la capra Alfea che, te-
    nuta da Melissa, nutrisce Giove; et in una carta grande molti uo-
    mini in una prigione, con varii tormenti cruciati. Fu anche stam-
20   pato con invenzione di Giulio il parlamento che fecero alle rive del
    fiume con l'esercito Scipione et Annibale, la Natività di San Gio-
    vanni Batista, intagliata da Sebastiano da Reggio, e molte altre state
    intagliate e stampate in Italia. In Fiandra parimente et in Francia
    sono state stampate infinite carte con i disegni di Giulio, delle quali,
25   comeché bellissime sieno, non accade far memoria; come neanche
    di tutti i suoi disegni, avendone egli fatto, per modo di dire, le some:
    e basti che gli fu tanto facile ogni cosa dell'arte, e particolarmente
    il disegnare, che non ci è memoria di chi abbia fatto più di lui.
    Seppe ragionare Giulio, il quale fu molto universale, d'ogni cosa,
30   ma sopra tutto delle medaglie, nelle quali spese assai danari e molto
    tempo per averne cognizione; e se bene fu adoperato quasi sempre
    in cose grandi, non è però che egli non mettesse anco talor mano a
    cose menomissime per servigio del suo signore e degl'amici, né
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Edizione Torrentiniana
    che faceva lume loro, e finita la comedia si nascose sotto i monti. Nes-
35   suno fu mai che meglio di lui disegnasse celate, selle, fornimenti di spade
    e mascherate strane, e quelle con tanta agevolezza espediva, che il dise-
    gnare in lui era come lo scrivere in un continuo pratico scrittore. Né
    pensò mai a fantasia che, aperto la bocca, non avesse inteso, e lo animo
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