Volume 5

Edizione Giuntina
    mai facesse Giulio; e poco altro in fresco si vede di sua mano. In
    San Domenico fece per messer Lodovico da Fermo in una tavola
    un Cristo morto, il quale s'apparecchiano Giuseppo e Nicodemo
    di porlo nel sepolcro, et appresso la Madre e l'altre Marie e S. Gio-
5   vanni Evangelista; et un quadretto, nel quale fece similmente un
    Cristo morto, è in Vinezia in casa Tommaso da Empoli fiorentino.
    In quel medesimo tempo che egli queste et altre pitture lavorava,
    avenne che il signor Giovanni de' Medici, essendo ferito da un
    moschetto, fu portato a Mantova, dove egli si morì; per che messer
10   Pietro Aretino, affezzionatissimo servitore di quel signore e amicis-
    simo di Giulio, volle che così morto esso Giulio lo formasse di sua
    mano: onde egli fattone un cavo in sul morto, ne fece un ritratto,
    che stette poi molti anni appresso il detto Aretino.
    Nella venuta di Carlo Quinto imperatore a Mantova, per ordine
15   del Duca fe' Giulio molti bellissimi apparati d'archi, prospettive
    per comedie e molte altre cose; nelle quali invenzioni non aveva
    Giulio pari, e non fu mai il più capriccioso nelle mascherate e nel fare
    stravaganti abiti per giostre, feste e torneamenti, come allora si vide,
    con stupore e maraviglia di Carlo imperadore e di quanti v'inter-
20   vennero. Diede oltre ciò per tutta quella città di Mantova in diversi
- pagina 75 -

Edizione Torrentiniana
    de le antiquità di Roma, e similmente il Duca gliene aveva date, ch'egli
    se ne ornasse e ne avesse buona custodia. E perché grandissima utilità si
    traeva de' suoi disegni, ordinò che in Mantova non si potesse far fab-
    brica senza disegni et ordine di Giulio; il quale talmente operò con fogne,
25   fossi et ordini buoni dati a' Mantovani, che dove prima solevano abitare
    di continuo nel fango e nella memma, gli ridusse all'asciutto, e di mala
    aria e pestifera che prima era, la condusse a buona e sana. Rifece poi la
    chiesa a San Benedetto da Mantova vicino al Po, luogo de' Monaci
    Neri, e rinovò molti altri edificî. E per tutta la Lombardia giovò di ma-
30   niera, che que' popoli hanno posto di sorte in uso l'arte del disegno, inu-
    sitata sino al suo tempo, che ne sono uscite dipoi pratiche persone e
    bellissimi ingegni. Faceva di continuo disegni a' circunvicini e per fab-
    briche e per opere; come a Verona nel Duomo fece al Moro Veronese, il
    quale la tribuna d'esso a fresco dipinse; et al Duca di Ferrara moltissimi
35   disegni per panni di seta e d'arazzi.
    Mostrò ancora il valor suo nella venuta di Carlo V imperatore, quan-
    do fece gli apparati in Mantova e l'ordine d'una scena, nella quale egli
    con nuovi ordini di lumi fece recitare, errando il sole mentre si recitò,
- pagina 75 -
pagina precedentepagina successiva