Volume 5

Edizione Giuntina
    camino di pietre rustiche a caso scantonate, e quasi in modo scom-
    messe e torte, che parea proprio pendessero in sur un lato e rovinas-
    sero veramente. E murata questa stanza così stranamente, si mise a
    dipignere in quella la più capricciosa invenzione che si potesse tro-
5   vare, cioè Giove che fulmina i Giganti. E così figurato il cielo nel
    più alto della volta, vi fece il trono di Giove, facendolo in iscorto al
    disotto in su et in faccia, e dentro a un tempio tondo, sopra le colon-
    ne, trasforato di componimento ionico, e con l'ombrella nel mezzo
    sopra il seggio, con l'aquila sua, e tutto posto sopra le nuvole; e
10   più a basso fece Giove irato che fulmina i superbi Giganti, e più a
    basso è Giunone che gli aiuta, et intorno i Venti che con certi visi
    strani soffiano verso la terra, mentre la dea Opis si volge con i suoi
    leoni al terribile rumor de' fulmini, sì come ancor fanno gl'altri
    Dei e Dee, e massimamente Venere che è a canto a Marte, e Momo,
15   che con le braccia aperte pare che dubiti che non rovini il cielo, e
    nondimeno sta immobile. Similmente le Grazie si stanno tutte piene
    di timore, e l'Ore appresso quelle nella medesima maniera: et in-
    somma ciascuna Deità si mette con i suoi carri in fuga. La Luna
    con Saturno et Iano vanno verso il più chiaro de' nuvoli per allon-
20   tanarsi da quell'orribile spavento e furore, et il medesimo fa Net-
    tunno, perciò che con i suoi delfini pare che cerchi fermarsi sopra il
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Edizione Torrentiniana
    pittura unita, tanto simile al vivo che gli uomini ingannasse, et a que-
    gli nell'entrare facesse paura. Adunque, perché quello edificio in quel
    cantone, che è ne' paduli, non patisse danno o impedimento da la de-
25   bolezza de' fondamenti, fece fare nella quadratura della cantonata
    una stanza tonda, acciocché i quattro cantoni venissero di maggior
    grossezza, et a quella stanza una volta tonda a uso di forno. Né avendo
    tal camera cantoni per il girar di quella, vi fece murare le porte e le
    finestre e 'l camino di pietre rustiche, lavorate e scantonate a caso,
30   e sì dall'una all'altra scommesse, che dall'una banda verso terra
    ruinavano. Ciò fatto, si mise a dipignere per quella una storia, quando
    Giove fulmina i Giganti. Aveva Giulio nel mez[z]o del cielo figurato su
    certi nugoli il trono e la sedia di Giove, con l'aquila che teneva il fólgore
    in bocca; e Giove partito di quella, sceso e più basso, lanciava fólgori,
35   lo spavento e 'l lampo dei quali faceva Giunone ristrignersi in se stessa,
    Ganimede e gli Dei fuggire per lo cielo su carri, Marte coi lupi, Mercurio
    coi galli, la Luna con le femmine, il Sole co' cavalli, Saturno coi serpenti,
    Ercole e Bacco, e Momo non manco affrettava il fuggire per l'aria che si
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