Volume 5

Edizione Giuntina
    Castiglioni, che allora era in Roma ambasciadore di Federigo
    Gonzaga marchese di Mantova, et amicissimo, come s'è detto, di
    Giulio, essendogli dal marchese suo signore comandato che procac-
    ciasse di mandargli un architettore per servirsene ne' bisogni del suo
5   palagio e della città, e particolarmente che arebbe avuto carissimo
    Giulio, tanto adoperò il conte con prieghi e con promesse, che Giulio
    disse che andrebbe ogni volta, purché ciò fusse con licenza di papa
    Clemente. La quale licenza ottenuta, nell'andare il conte a Mantova,
    per quindi poi andare, mandato dal Papa, all'imperadore,
10   menò Giulio seco; et arrivato, lo presentò al marchese che, dopo
    molte carezze, gli fece dar una casa fornita orrevolmente e gl'ordinò
    provisione et il piatto per lui, per Benedetto Pagni suo creato e per un
    altro giovane che lo serviva; e che è più, gli mandò il marchese
    parecchie canne di veluto e raso, altri drappi e panni per vestirsi;
15   e dopo, intendendo che non aveva cavalcatura, fattosi venire un suo
    favorito cavallo chiamato Luggieri, glielo donò; e montato che Giu-
    lio vi fu sopra, se n'andarono fuor della porta di S. Bastiano, lontano
    un tiro di balestra, dove Sua Eccellenza aveva un luogo e certe stalle,
    chiamato il T, in mezzo a una prateria, dove teneva la razza de' suoi
20   cavalli e cavalle: e quivi arrivati, disse il marchese che arebbe vo-
    luto, senza guastare la muraglia vecchia, accomodare un poco di
    luogo da potervi andare, e ridurvisi talvolta a desinare o a cena per
    ispasso. Giulio, udita la volontà del marchese, veduto il tutto e le-
    vata la pianta di quel sito, mise mano all'opera; e servendosi delle
25   mura vecchie, fece in una parte maggiore la prima sala, che si vede
    oggi all'entrare, col séguito delle camere che la mettono in mezzo;
    e perché il luogo non ha pietre vive né commodi di cave da potere
    far conci e pietre intagliate, come si usa delle muraglie da chi può
    farlo, si servì di mattoni e pietre cotte, lavorandole poi di stucco;
30   e di questa materia fece colonne, base, capitegli, cornici, porte, fine-
    stre et altri lavori con bellissime proporzioni, e con nuova e strava-
    gante maniera gl'ornamenti delle volte, con spartimenti dentro bellissimi
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Edizione Torrentiniana
    Roma Federigo Gonzaga primo duca di Mantova, amicissimo di messer
    Pietro Aretino, et egli domestico di Giulio, in tanta grazia lo raccolse,
35   per essere amatore delle virtù, che non cessò di accarezzarlo, sì che lo
    condusse in Mantova a' suoi servigi. Quivi dimorando, non dopo molto
    tempo diede principio alla fabbrica et al bel palazzo del T fuor
    della porta di San Sebastiano; la quale opera, per non esservi pietre
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