Volume 5

Edizione Giuntina
    questa, sono dipinte molte figure che si stanno nelle selve per fuggi-
    re la conversazione, le quali alcun'altre cercano di disturbare tirando
    loro sassi, mentre alcuni si cavano gl'occhi per non vedere. In questa
    medesimamente è dipinto Carlo V imperatore, ritratto di naturale,
5   con questa inscrizione: POST INNUMEROS LABORES OCIOSAM QUIETAMQUE
    VITAM TRADUXIT . Dirimpetto a Carlo è il ritratto del gran Turco ulti-
    mo, che molto si dilettò della solitudine, con queste parole: ANIMUM
    A NEGOCIO AD OCIUM REVOCAVIT . Appresso vi è Aristotile, che ha sotto
    queste parole: ANIMA FIT SEDENDO ET QUIESCENDO PRUDENTIOR . All'in-
10   contro a questo, sotto un'altra figura di mano di Taddeo, è scritto
    così: QUEADMODUM NEGOCII SIC ET OCII RATIO HABENDA . Sotto un'al-
    tra si legge: OCIUM CUM DIGNITATE NEGOCIUM SINE PERICULO . E dirim-
    petto a questa, sotto un'altra figura, è questo motto: VIRTUTIS ET LI-
    BERAE VITAE MAGISTRA OPTIMA SOLITUDO . Sotto un'altra: PLUS AGUNT
15   QUI NIHIL AGERE VIDENTUR . E sotto l'ultima: QUI AGIT PLURIMA PLU-
    RIMUM PECCAT . E per dirlo brevemente, è questa stanza ornatissima
    di belle figure e ricchissima anch'ella di stucchi e d'oro.
    Ma tornando al Vignuola, quanto egli sia eccell[ente] nelle cose d'ar-
    chitettura, l'opere sue stesse che ha scritte e publicate, e va tuttavia scri-
20   vendo, oltre le fabriche maravigliose, ne fanno pienissima fede; e noi nel-
    la Vita di Michelagnolo ne diremo a quel proposito quanto occorrerà.
    Taddeo, oltre alle dette cose, ne fece molte altre delle quali non
    accade far menzione, ma in particolare una cappella nella chiesa de-
    gl'Orefici in strada Giulia, una facciata di chiaro scuro da S. Ieronimo
25   e la cappella dell'altare maggiore in Santa Sabina; e Federigo suo
    fratello, dove in S. Lorenzo in Damaso è la cappella di quel Santo tut-
    ta lavorata di stucco, fa nella tavola San Lorenzo in sulla graticola et
    il Paradiso aperto: la quale tavola si aspetta debba riuscire opera bel-
    lissima. E per non lasciare indietro alcuna cosa, la quale essere possa
30   di utile, piacere o giovamento a chi leggerà questa nostra fatica, alle
    cose dette aggiugnerò ancora questa. Mentre Taddeo lavorava, come
    s'è detto, nella Vigna di papa Giulio e la facciata di Matiolo delle Po-
    ste, fece a monsignore Innocenzio, illustrissimo e reverendissimo car-
    dinale di Monte, due quadretti di pittura, non molto grandi; uno
35   de' quali, che è assai bello (avendo l'altro donato), è oggi nella salva-
    roba di detto cardinale in compagnia d'una infinità di cose antiche
    e moderne, veramente rarissime; in fra le quali non tacerò che è un
    quadro di pittura capricciosissimo quanto altra cosa di cui si sia fatto
    infin qui menzione. In questo quadro, dico, che è alto circa
40   due braccia e mezzo, non si vede, da chi lo guarda in prospettiva et
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