Volume 5

Edizione Giuntina
    nominare d'ogn'intorno le parti sue da ogni banda. Dividasi dunque
    in cinque siti: il primo sarà da capo, e questo presupongo che sia ver-
    so il giardino; il secondo, che sarà l'oposito a questo, diremo da piè;
    il terzo da man destra chiamaremo destro; il quarto dalla sinistra, si-
5   nistro; il quinto poi, che sarà fra tutti questi, si dirà mezzo. E con
    questi nomi nominando tutte le parti, diremo come dir lunetta da
    capo, facciata da piedi, sfondato sinistro, corno destro, e se alcun'al-
    tra parte ci converrà nominare. Et ai peducci, che stanno nei canti
    fra due di questi termini, daremo nome dell'uno e dell'altro. Così de-
10   terminaremo ancora di sotto nel pavimento il sito del letto, il quale
    dovrà esser[e], secondo me, lungo la facciata da piè, con la testa vòlta
    alla faccia sinistra. Or nominate le parti tutte, torniamo a dar forma a
    tutte insieme, dipoi a ciascuna da sé. Primieramente lo sfondato della
    volta, o veramente l'ovato, secondo che il Cardinale ha ben conside-
15   rato, si fingerà che sia tutto cielo. Il resto della volta, che saranno i
    quattro peducci, con quel ricinto che avemo già detto che abbraccia
    intorno l'ovato, si farà parer che sia la parte non rotta dentro dalla
    camera e che posi sopra le facciate con qualche bell'ordine di archi-
    tettura a vostro modo. Le quattro lunette vorrei che si fingessero
20   sfondate ancor esse, e, dove l'ovato di sopra rappresenta cielo, queste
    rappresentassero cielo, terra e mare, di fuor della camera, secondo le
    figure e l'istorie che vi si faranno. E perché, per esser la volta molto
    stiacciata, le lunette riescano tante basse che non sono capaci se non
    di picciole figure, io farei di ciascuna lunetta tre parti per longitudine,
25   e, lassando le streme a filo con l'altezza de' peducci, sfonderei quella
    di mezzo sotto esso filo, per modo che ella fusse come un finestrone
    alto e mostrasse il difuora della stanza con istorie e figure grandi a
    proporzione dell'altre. E le due estremità che restano di qua e di là,
    come corni di essa lunetta (che corni di qui inanzi si dimandaranno),
30   rimanessero basse, secondo che vengono dal filo in su, per fare in
    ciaschedun di essi una figura a sedere o a giacere, o dentro o di fuo-
    ra della stanza, che le vogliate far parere, secondo che meglio ritor-
    nerà. E questo che dico d'una lunetta, dico di tutt'e quattro. Ripi-
    gliando poi tutta la parte di dentro della camera insieme, mi
35   parrebbe che ella dovesse esser per se stessa tutta in oscuro, se non
    quanto li sfondati, così dell'ovato disopra come de' finestroni dalli
    lati, gli dessero non so che di chiaro, parte dal cielo con i lumi celesti,
    parte dalla terra con fuochi che vi si faranno, come si dirà poi. E con
    tutto ciò dalla mezza stanza in giù vorrei che quanto più si andasse
40   verso il da piè, dove sarà la Notte, tanto vi fusse più scuro; e così dal
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