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si morì del mese di settembre l'anno 1566, avendo prima, come buon |
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cristiano, ricevuto i Sacramenti della Chiesa e veduto la più parte dei |
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suoi amici, lasciando in suo luogo Federigo suo fratello, ch'anch'egli |
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allora era amalato. E così in poco tempo, essendo stati levati del mon- |
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do il Buonarroto, il Salviati, Daniello e Taddeo, hanno fatto gran- |
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dissima perdita le nostre arti e particolarmente la pittura. |
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Fu Taddeo molto fiero nelle sue cose et ebbe una maniera assai |
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dolce e pastosa, e tutto lontana da certe crudezze; fu abondante ne' |
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suoi componimenti e fece molto belle le teste, le mani e gl'ignudi, al- |
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lontanandosi in essi da molte crudezze, nelle quali fuor di modo si |
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affaticano alcuni per parere d'intendere l'arte e la notomia, ai quali |
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aviene molte volte come avenne a colui che, per volere essere nel |
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favellare troppo ateniese, fu da una donniciola per non ateniese co- |
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nosciuto. Colorì parimente Taddeo con molta vaghezza et ebbe ma- |
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niera facile, perché fu molto aiutato dalla natura, ma alcuna volta se |
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ne volle troppo servire. Fu tanto volentoroso d'avere da sé, che durò |
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un pezzo a pigliare ogni lavoro per guadagnare; et insom[m]a fece mol- |
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te, anzi infinite cose degne di molta lode. Tenne lavoranti assai per |
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condurre l'opere, perciò che non si può fare altrimenti. Fu sanguigno, |
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sùbito e molto sdegnoso, e oltre ciò dato alle cose veneree; ma non- |
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dimeno, ancorché a ciò fusse inclinatissimo di natura, fu temperato |
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e seppe fare le sue cose con una certa onesta vergogna e molto segre- |
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tamente. Fu amorevole degli amici, e dove potette giovare loro se |
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n'ingegnò sempre. Restò coperta alla morte sua l'opera della Trinità |
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et imperfetta la sala grande del palazzo d'i Farnese, e così l'opere di |
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Caprarola; ma tutte nondimeno rimasero in mano di Federigo suo |
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fratello, il quale si contentano i padroni dell'opere che dia a quelle |
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fine, come farà: e nel vero, non sarà Federigo meno erede della virtù |
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di Taddeo che delle facultà. |
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Fu da Federigo data sepoltura a Taddeo nella Ritonda di Roma, |
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vicino al tabernacolo dove è sepolto Raffaello da Urbino del mede- |
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simo Stato. E certo sta bene l'uno a canto all'altro, perciò che, sì |
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come Raffaello d'anni 37 e nel medesimo dì che era nato morì, |
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cioè il Venerdì Santo, così Taddeo nacque a dì primo di settembre |
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1529 e morì alli dui dello stesso mese, l'anno 1566. È d'animo Fede- |
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rigo, se gli fia conceduto, restaurare l'altro tabernacolo pure nella |
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Ritonda e fare qualche memoria in quel luogo al suo amorevole fra- |
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tello, al quale si conosce obligatissimo. |
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Ora, perché di sopra si è fatto menzione di Iacopo Barozzi da Vi- |
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gnuola, e detto che secondo l'ordine et architettura di lui ha fatto |