Volume 5

Edizione Giuntina
    fra molti giovani, che erano parte in Roma e parte furono d'altri
    luoghi chiamati. A Giuseppe Porta da Castel Nuovo della Carfagna-
    na, creato del Salviati, furono date due le maggiori storie della sala;
    a Girolamo Siciolante da Sermoneta un'altra delle maggiori et un'al-
5   tra delle minori; a Orazio Sammacchini bolognese un'altra minore,
    et a Livo da Furlì una simile; a Giambattista Fiorini bolognese un'al-
    tra delle minori. La qual cosa udendo Taddeo e veggendosi escluso,
    per essere stato detto al detto cardinale Emulio che egli era persona
    che più attendeva al guadagno che alla gloria e che al bene operare,
10   fece col cardinale Farnese ogni opera per essere anch'egli a parte di
    quel lavoro. Ma il cardinale, non si volendo in ciò adoperare, gli rispo-
    se che gli dovevano bastare l'opere di Caprarola e che non gli pareva
    dovere che i suoi lavori dovessero essere lasciati indietro per l'emu-
    lazioni e gare degli artefici, aggiungnendo ancora che, quando si fa
15   bene, sono l'opere che dànno nome ai luoghi, e non i luoghi all'opere.
    Ma ciò nonostante, fece tanto Taddeo con altri mezzi appresso l'E-
    mulio, che finalmente gli fu dato a fare una delle storie minori sopra
    una porta, non potendo né per preghi o altri mezzi ottenere che gli
    fusse conceduto una delle maggiori. E nel vero dicono che l'Emulio
20   andava in ciò rattenuto, perciò che, sperando che Giuseppo Salviati
    avesse a passare tutti, era d'animo di dargli il restante e forse gittare
    in terra quelle che fussero state fatte d'altri. Poi, dunque, che tutti i
    sopradetti ebbono condotte le lor opere a buon termine, le volle tutte
    il Papa vedere; e così fatto scoprire ogni cosa, conobbe (e di questo
25   parere furono tutti i cardinali et i migliori artefici) che Taddeo s'era
    portato meglio degl'altri, comeché tutti si fossero portati ragione-
    volmente. Per il che ordinò Sua Santità al signor Agabrio che gli
    facesse dare dal cardinal Emulio a far un'altra storia delle maggiori.
    Onde gli fu allogata la testa, dove è la porta della capella Paulina,
30   nella quale diede principio all'opera; ma non seguitò più oltre, sopra-
    venendo la morte del Papa e scoprendosi ogni cosa per fare il Con-
    clave, ancorché molte di quelle storie non avessero avuto il suo fine.
    Della quale storia, che in detto luogo cominciò Taddeo, ne abbiamo
    il disegno di sua mano, e da lui statoci mandato, nel detto nostro
35   Libro de' disegni.
    Fece nel medesimo tempo Taddeo, oltre ad alcune altre cosette,
    un bellissimo Cristo in un quadro, che doveva essere mandato a Ca-
    prarola al cardinal Farnese, il quale è oggi appresso Federigo suo fra-
    tello, che dice volerlo per sé mentre che vive; la qual pittura ha il lu-
40   me d[a] alcuni Angeli, che piangendo tengono alcune torce. Ma perché
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