Volume 5

Edizione Giuntina
    a fresco in una di quelle sale. Trattandosi poi, quasi nel medesimo
    tempo che lavoravano costoro in Araceli, di dare al signor Federigo
    Borromeo per donna la signora donna Verginia, figliola del duca Gui-
    do Baldo d'Urbino, fu mandato Taddeo a ritrarla: il che fece ottima-
5   mente; et avanti che partisse da Urbino, fece tutti i disegni d'una cre-
    denza, che quel Duca fece poi fare di terra in Castel Durante per man-
    dare al re Filippo di Spagna. Tornato Taddeo a Roma, presentò al
    Papa il ritratto, che piacque assai. Ma fu tanta la cortesia di quel Pon-
    tefice, o de' suoi ministri, che al povero pittore non furono, non che
10   altro, rifatte le spese.
    L'anno 1560 aspettando il Papa in Roma il signor duca Cosimo e
    la signora duchessa Leonora sua consorte, et avendo dise-
    gnato d'alloggiare Loro Eccellenze nelle stanze che già Innocenzio
    Ottavo fabricò, le quali respondono sul primo cortile del palazzo et
15   in quello di San Piero e che hanno dalla parte dinanzi logge che ri-
    spondono sopra la piazza dove si dà la benedizione, fu dato carico a
    Taddeo di fare le pitture et alcuni fregi che v'andavano, e di mettere
    d'oro i palchi nuovi, che si erano fatti in luogo de' vecchi consumati
    dal tempo. Nella qual opera, che certo fu grande e d'importanza, si
20   portò molto bene Federigo, al quale diede quasi cura del tutto Tad-
    de[o] suo fratello; ma con suo gran pericolo, perciò che dipignendo
    grottesche nelle dette logge, cascando d'uno ponte che posava sul
    principale, fu per capitare male. Né passo molto ch'il cardinale Emu-
    lio, a cui aveva di ciò dato cura il Papa, diede a dipignere a molti giova-
25   ni (acciò fosse finito tostamente) il palazzetto che è nel bosco di Bel-
    vedere, cominciato al tempo di papa Paolo Quarto con bellissima fon-
    tana et ornamenti di molte statue antiche, secondo l'architettura e
    disegno di Pirro Ligorio. I giovani dunque, che in detto luogo con
    loro molto onore lavorarono, furono Federigo Bassocci da Urbino,
30   giovane di grande aspettazione, Lionardo Cungii e Durante del Nero,
    ambidue dal Borgo Sansepolcro, i quali condussono le stanze del pri-
    mo piano. A sommo la scala, fatta a lumaca, dipinse la prima stanza
    Santi Tidi, pittore fiorentino, che si portò molto bene; e la maggior[e],
    ch'è a canto a questa, dipinse il sopradetto Federigo Zucchero, fra-
35   tello di Taddeo; e di là da questa, condusse un'altra stanza Giovanni
    dal Carso schiavone, assai buon maestro di grottesche. Ma ancorché
    ciascuno dei sopradetti si portasse benissimo, nondimeno superò tut-
    ti gli altri Federigo in alcune storie che vi fece di Cristo, come la
    Transfigurazione, le Nozze di Cana Galilea et il Centurione inginoc-
40   chiato; e di due che ne mancavano, una ne fece Orazio Sammacchini,
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