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gli ordinò il cardinale dugento scudi l'anno di provisione. Per lo che |
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Taddeo avendo così onorato trattenimento e l'appoggio di tanto si- |
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gnore, si risolvé a posare l'animo et a non volere più pigliare per Ro- |
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ma, come insino allora aveva fatto, ogni basso lavoro, e massimamen- |
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te per fuggire il biasimo che gli davano molti dell'arte, dicendo che |
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con certa sua avara rapacità pigliava ogni lavoro per guadagnare con |
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le braccia d'altri quello ch'a molti sarebbe stato onesto trattenimento |
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da potere studiare, come aveva fatto egli nella sua prima giovanezza. |
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Dal quale biasimo si difendeva Taddeo con dire che lo faceva per |
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rispetto di Federigo e di quell'altro suo fratello che aveva alle spalle, |
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e voleva che con l'aiuto suo imparasseno. |
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Risolutosi dunque a servire Farnese et a finire la capella di San |
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Marcello, fece dare da messer Tizio da Spoleti, maestro di casa del |
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detto cardinale, a dipignere a Federigo la facciata d'una sua casa, |
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che aveva in sulla piazza della Dogana, vicina a Santo Eustachio; al |
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quale Federigo fu ciò carissimo, perciò che non aveva mai altra cosa |
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tanto desiderato quanto d'avere alcun lavoro sopra di sé. Fece dun- |
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que di colori in una facciata la storia di Santo Eustachio quando si |
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battezza insieme con la moglie e con i figliuoli, che fu molto buon'o- |
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pera; e nella facciata di mezzo fece il medesimo Santo, che caccian- |
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do vede fra le corna d'un cervio Iesù Cristo crucifisso. Ma perché |
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Federigo quando fece quest'opera non aveva più che 28 anni, Tad- |
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deo, che pure considerava quell'opera essere in luogo publico e che |
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importava molto all'onore di Federigo, non solo andava alcuna volta |
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a vederlo lavorare, ma anco talora voleva alcuna cosa ritoccare e rac- |
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conciare. Per che Federigo, avendo un pezzo avuto pacienzia, final- |
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mente traportato una volta dalla collera, come quegli che arebbe |
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voluto fare da sé, prese la martellina e gittò in terra non so che, che |
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aveva fatto Taddeo, e per isdegno stette alcuni giorni che non tornò a |
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casa. La qual cosa intendendo gl'amici dell'uno e dell'altro, fecciono |
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tanto che si rapattumarono, con questo, che Taddeo potesse cor- |
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reggere e mettere mano nei disegni e cartoni di Federigo a suo pia- |
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cimento, ma non mai nell'opere ch'e' facesse o a fresco o a olio o in |
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altro modo. Avendo dunque finita Federigo l'opera di detta casa, ella |
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gli fu universalmente lodata e gl'acquistò nome di valente pittore. |
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Essendo poi ordinato a Taddeo che rifacesse nella sala de' palafre- |
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neri quegl'Apostoli che già vi avea fatto di terretta Raffaello, e da |
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Paolo Quarto erano stati gettati per terra, Taddeo, fattone uno, fece |
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condurre tutti gli altri da Federigo suo fratello, che si portò molto |
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bene; e dopo feciono insieme nel palazzo di Araceli un fregio colorito |