Volume 5

Edizione Giuntina
    Bracciano, al signor Paolo Giordano Orsini, due cameroni bellissimi
    et ornati di stucchi et oro riccamente, cioè in uno le storie d'Amore e
    di Psiche, e nell'altro, che prima era stato da altri comminciato, fece
    alcune storie di Alessandro Magno; et altre che gli restarono a fare,
5   continuando i fatti del medesimo, fece condurre a Federigo suo fra-
    tello, che si portò benissimo. Dipinse poi a messer Stefano del Bu-
    falo al suo giardino dalla fontana di Trievi, in fresco, le Muse d'in-
    torno al fonte Castalio et il monte di Parnaso, che fu tenuta bell'o-
    pera.
10   Avendo gl'Operai della Madonna d'Orvieto, come s'è detto nella
    Vita di Simone Mosca, fatto fare nelle navate della chiesa alcune ca-
    pelle con ornamenti di marmi e stucchi, e fatto fare alcune tavole a
    Girolamo Mosciano da Brescia, per mezzo d'amici, udita la fama di
    lui, condussero Taddeo, che meno seco Federigo a Orvieto. Dove
15   messo mano a lavorare, condusse nella faccia d'una di dette capelle
    due figurone grandi, una per la Vita Attiva e l'altra per la Contem-
    plativa, che furono tirate via con una pratica molto sicura, nella ma-
    niera ch'e' faceva le cose che molto non studiava. E mentre che Tad-
    deo lavorava queste, dipinse Federigo nella nicchia della medesima
20   capella tre storiette di San Paolo. Alla fine delle quali, essendo ama-
    lati amendue, si partirono, promettendo di tornare al settembre; e
    Taddeo se ne tornò a Roma, e Federigo a Sant'Agnolo con un poco
    di febbre, la quale passatagli, in capo a due mesi tornò anch'egli a
    Roma. Dove la settimana santa vegnente, nella compagnia di Santa
25   Agata de' Fiorentini, che è dietro a Banchi, dipinsero ambidue in
    quattro giorni per un ricco apparato, che fu fatto per lo giovedì e ve-
    nerdì santo, di storie di chiaro scuro, tutta la Passione di Cristo nella
    volta e nicchia di quello oratorio, con alcuni Profeti et altre pitture,
    che feciono stupire chiunche le vide.
30   Avendo poi Alessandro cardinale Farnese condotto a buon termi-
    ne il suo palazzo di Caprarola con architettura del Vignola, di cui si
    parlerà poco appresso, lo diede a dipignere tutto a Taddeo, con que-
    ste condizioni: che non volendosi Taddeo privare degl'altri suoi la-
    vori di Roma, fusse obligato a fare tutti i disegni, cartoni, ordini e
35   partimenti dell'opere che in quel luogo si avevano a fare di pitture e
    di stucchi; che gli uomini, i quali avevano a mettere in opera, fussono
    a volontà di Taddeo, ma pagati dal cardinale; che Taddeo fosse obli-
    gato a lavorarvi egli stesso due o tre mesi dell'anno, et ad andarvi
    quante volte bisognava a vedere come le cose passavano e ritoccare
40   quelle che non istessono a suo modo. Per le quali tutte fatiche
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