Volume 5

Edizione Giuntina
    Ma i ministri del Duca, facendogli come i più di simili uomini
    fanno, cioè stentare ogni cosa, furono cagione che Taddeo, dopo ave-
    re perduto duoi anni di tempo, se n'andò a Roma; dove truovato
    il Duca, si scusò destramente, senza dar biasimo a nessuno,
5   promettendo che non mancherebbe di fare quando fosse tempo.
    L'anno poi 1551 avendo Stefano Veltroni dal Monte Sansavino
    ordine dal Papa e dal Vasari di fare adornare di grottesche le stanze
    della vigna che fu del cardinale Poggio, fuori della Porta del Popolo
    in sul monte, chiamò Taddeo, e nel quadro del mezzo gli fece dipi-
10   gnere una Occasione che, avendo presa la Fortuna, mostra di volerle
    tagliare il crine con le forbice, impresa di quel Papa: nel che Taddeo
    si portò molto bene. Dopo, avendo il Vasari fatto sotto il palazzo
    nuovo, primo di tutti gl'altri, il disegno del cortile e della fonte, che
    poi fu seguitata dal Vignola e dall'Amannato e murata da Baronino,
15   nel dipignervi molte cose Prospero Fontana, come di sotto si dirà, si
    servì assai di Taddeo in molte cose, che gli furono occasione di mag-
    giore bene; perciò che, piacendo a quel Papa il suo modo di fare, gli
    fece dipignere in alcune stanze sopra il corridore di Belvedere alcune
    figurette colorite, che servirono per fregii di quelle camere; et in una
20   loggia scoperta, dietro quelle che voltavano verso Roma, fece nella
    facciata di chiaro scuro, e grandi quanto il vivo, tutte la fatiche di Er-
    cole, che furono al tempo di Papa Pavolo Quarto rovinate per farvi
    altre stanze e murarvi una capella. Alla Vigna di papa Giulio, nelle
    prime camere del palazzo, fece di colori nel mezzo della volta alcune
25   storie, e particularmente il monte Parnaso; e nel cortile del medesimo
    fece due storie di chiaro scuro de' fatti delle Sabine, che mettono in
    mezzo la porta di mischio principale che entra nella loggia, dove si
    scende alla fonte de l'acqua Vergine. Le quali tutte opere furono lodate
    e commendate molto. E perché Federigo, mentre Taddeo era a Roma
30   col Duca, era tornato a Urbino, e quivi et a Pesaro statosi poi sempre,
    lo fece Taddeo dopo le dette opere tornare a Roma per servirsene in
    fare un fregio grande in una sala et altri in altre stanze della casa d'i
    Giambecari sopra la piazza di Sant'Apostolo, et in altri fregi ch'e' fece
    dalla guglia di San Mauro nelle case di messer Antonio Portatore,
35   tutti pieni di figure et altre cose, che furono tenute bellissime. Aven-
    do compro Mattiuolo, maestro delle Poste al tempo di papa Giulio,
    un sito in campo Marzio e murato un casotto molto commodo, diede
    a dipignere a Taddeo la facciata di chiaro scuro; il qual Taddeo vi
    fece tre storie di Mercurio messaggero degli Dii, che furono molto
40   belle, et il restante fece dipignere ad altri con disegni di sua mano.
- pagina 557 -
pagina precedentepagina successiva