Volume 5

Edizione Giuntina
    poi stato vero ne l'eccellente riuscita che esso Federigo ha fatto,
    lo cominciò, imparato che ebbe le prime lettere, a fare attendere al
    disegno con miglior fortuna et appoggio che non aveva avuto egli.
    Fece intanto Taddeo nella chiesa di Santo Ambrogio de' Milanesi,
5   nella facciata de l'altare maggiore, quattro storie de' fatti di quel San-
    to, non molto grandi e colorite a fresco, con un fregio di puttini e fe-
    mine a uso di termini, che fu assai bel[l''] opera; e questa finita, allato
    a Santa Lucia della Tinta, vicino all'Orso, fece una facciata piena di
    storie di Alessandro Magno, cominciando dal suo nascimento e se-
10   guitando in cinque storie i fatti più notabili di quell'uomo famoso,
    che gli fu molto lodata, ancorché questa avesse il paragone a canto
    d'un'altra facciata di mano di Pulidoro.
    In questo tempo avendo Guido Baldo duca d'Urbino udita la fama
    di questo giovane suo vasallo e desiderando dar fine alle facciate della
15   capella del Duomo d'Urbino, dove Batista Franco, come s'è detto,
    aveva a fresco dipinta la volta, fece chiamare Taddeo a Urbino; il
    quale lasciando in Roma chi avesse cura di Federigo e lo facesse at-
    tendere a imparare, e parimente d'un altro suo fratello, il quale pose
    con alcuni amici suoi all'orefice, se n'andò ad Urbino, dove gli furono
20   da quel Duca fatte molte carezze e poi datogli ordine di quanto avesse
    a disegnare per conto della capella et altre cose. Ma in quel mentre,
    avendo quel Duca, come generale de' Signori viniziani, a ire a Verona
    et a vedere l'altre fortificazioni di quel dominio, menò seco Taddeo,
    il quale gli ritrasse il quadro di mano di Raffaello che è, come in al-
25   tro luogo s'è detto, in casa de' signori conti da Canossa. Dopo comin-
    ciò, pur per Sua Eccellenza, una telona grande, dentrovi la Conver-
    sione di San Pavolo, la quale è ancora, così imperfetta, a Sant'Agnolo
    appresso Ottaviano suo padre.
    Ritornato poi in Urbino, andò per un pezzo seguitando i disegni
30   della detta capella, che furono de' fatti di Nostra Donna, come si
    può vedere in una parte di quelli che è appresso Federigo suo fra-
    tello, disegnati di penna e chiaro scuro. Ma, o venisse che 'l Duca non
    fosse resoluto e gli paresse Taddeo troppo giovane, o da altra cagione,
    si stette Taddeo con esso lui due anni senza fare altro che alcune pit-
35   ture in uno studiolo a Pesaro, et un'arme grande a fresco nella fac-
    ciata del palazzo et il ritratto di quel Duca in un quadro grande quan-
    to il vivo, che tutte furono bell'opere. Finalmente, avendo il Duca a
    partire per Roma per andare a ricevere il bastone, come generale di
    Santa Chiesa, da Papa Giulio Terzo, lasciò a Taddeo che seguitasse la
40   detta capella, e che fosse di tutto quello che per ciò bisognava proveduto.
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