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commodo di potere disegnare alcune carte che quel suo maestraccio |
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aveva di mano di Raffaello da Urbino. |
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Per queste e molt'altre stranezze partitosi Taddeo da Giovampie- |
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ro, si risolvette a stare da per sé et andarsi riparando per le botteghe |
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di Roma, dove già era conosciuto, una parte della settimana spen- |
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dendo in lavorare a opere per vivere, et un'altra in disegnando, e |
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particularmente l'opere di mano di Raffaello, che erano in casa d'A- |
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gostino Chigi et in altri luoghi di Roma. E perché molte volte, sopra- |
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giugnendo la sera, non aveva dove in altra parte ritirarsi, si riparò |
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molte notti sotto le logge del detto Chigi et in altri luoghi simili. I |
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quali disagi gli guastorno in parte la complessione, e se non l'avesse |
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la giovinezza aiutato, l'arebbono ucciso del tutto. Con tutto ciò ama- |
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landosi e non essendo da Francesco Sant'Agnolo suo parente più |
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aiutato di quello che fosse stato altra volta, se ne tornò a Sant'Agnolo |
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a casa il padre, per non finire la vita in tanta miseria quanta quella |
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era in che si trovava. Ma per non perdere oggi mai più tempo in cose |
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che non importano più che tanto, e bastando avere mostrato con |
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quanta difficultà e disagi acquistasse, dico che Taddeo, finalmente |
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guarito e tornato a Roma, si rimesse a' suoi soliti studii (ma con aver- |
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si più cura che per l'adietro fatto non aveva), e sotto un Iacopone |
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imparò tanto, che venne in qualche credito; onde il detto Francesco |
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suo parente, che così empiamente si era portato verso lui, veggendolo |
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fatto valent'uomo, per servirsi di lui si rapatumò seco e cominciarono |
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a lavorare insieme, essendosi Taddeo, che era di buona natura, tutte |
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l'ingiurie dimenticato. E così, facendo Taddeo i disegni et ambidui |
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lavorando molti fregi di camere e logge a fresco, si andavano giovan- |
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do l'uno all'altro. |
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Intanto Daniello da Parma pittore, il quale già stette molti anni |
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con Antonio da Coreggio et avea avuto pratica con Francesco Maz- |
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zuoli parmigiano, avendo preso a fare a Vitto, di là di Sore, nel princi- |
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pio dell'Abruzzo una chiesa a fresco per la capella di Santa Maria, |
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prese in suo aiuto Taddeo conducendolo a Vitto. Nel che fare, se be- |
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ne Daniello non era il migliore pittore del mondo, aveva nondimeno, |
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per l'età e per avere veduto il modo di fare del Coreggio e del Parmi- |
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giano, e con che morbidezza conducevano le loro opere, tanta pratica, |
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che mostrandola a Taddeo et insegnandogli, gli fu di grandissimo |
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giovamento con le parole, non altrimenti che un altro arebbe fatto |
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con l'operare. Fece Taddeo in quest'opera, che aveva la volta a croce, |
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i quattro Evangelisti, due Sibille, duoi Profeti, e quattro storie non |
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molto grandi di Iesù Cristo e della Vergine sua Madre. |