Volume 5

Edizione Giuntina
    degl'Antinori. Nel che si mostrò Daniello, con questo veramente amo-
    revole uffizio, uomo di rara bontà et altrimenti amico agl'amici di
    quello che oggi si costuma communemente, pochissimi ritrovandosi
    che nell'amicizia altra cosa amino che l'utile e commodo proprio.
5   Dopo queste cose, essendo gran tempo che non era stato a
    Volterra sua patria, vi andò prima che ritornasse a Roma e vi fu mol-
    to carezzato dagl'amici e parenti suoi; et essendo pregato di lasciare
    alcuna memoria di sé nella patria, fece in un quadrotto di figure pic-
    cole la storia degl'Innocenti, che fu tenuta molto bell'opera, e la pose
10   nella chiesa di San Piero. Dopo, pensando di non mai più dovervi ri-
    tornare, vendé quel poco che vi aveva di patrimonio a Lionardo Ric-
    ciarelli suo nipote; il quale essendo con esso lui stato a Roma et aven-
    do molto bene imparato a lavorare di stucco, servì poi tre anni Gior-
    gio Vasari in compagnia di molti altri nell'opere che allora si fecero
15   nel palazzo del Duca.
    Tornato finalmente Daniello a Roma, avendo papa Paolo Quarto
    volontà di gettare in terra il Giudizio di Michelagnolo per gli ignudi
    che li pareva che mostrassero le parti vergognose troppo disonesta-
    mente, fu detto da cardinali et uomini di giudizio che sarebbe gran
20   peccato guastarle, e trovoron modo che Daniello facesse lor certi
    panni sottili che le coprissi: che tal cosa finì poi sotto Pio Quarto con
    rifar la Santa Caterina et il San Biagio, parendo che non istesseno
    con onestà. Cominciò le statue in quel mentre per la capella del detto
    cardinale di Montepulciano et il San Michele del portone; ma non-
25   dimeno non lavorava con quella prestezza che arebbe potuto e dovu-
    to, come colui che se n'andava di pensiero in pensiero.
    Intanto, dopo essere stato morto il re Arrigo di Francia in giostra,
    venendo il signor Ruberto Strozzi in Italia et a Roma, Caterina de'
    Medici reina, essendo rimasa reggente in quel regno, per fare al detto
30   suo morto marito alcuna onorata memoria, commisse che il detto Ru-
    berto fusse col Buonarroto e facesse che in ciò il suo disiderio avesse
    compimento. Onde giunto egli a Roma, parlò di ciò lungamente con
    Michelagnolo, il quale non potendo, per essere vecchio, tòrre sopra
    di sé quell'impresa, consigliò il signor Ruberto a darla a Daniello,
35   al quale egli non mancarebbe né d'aiuto né di consiglio in tutto quello
    potesse. Della quale offerta facendo gran conto lo Strozzi, poi che
    si fu maturamente considerato quello fusse da farsi, fu risoluto che
    Daniello facesse un cavallo di bronzo tutto d'un pezzo, alto palmi
    venti dalla testa insino a' piedi e lungo quaranta incirca, e che sopra
40   quello poi si ponesse la statua di esso re Arrigo armato e similmente
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