Volume 5

Edizione Giuntina
    di bronzo. Avendo dunque fatto Daniello un modelletto di terra se-
    condo il consiglio e giudizio di Michelagnolo, il quale molto piacque
    al signor Ruberto, fu scritto il tutto in Francia et in ultimo convenuto
    fra lui e Daniello del modo di condurre quell'opera, del tempo, del
5   prezzo e d'ogni altra cosa. Per che messa Daniello mano al cavallo
    con molto studio, lo fece di terra, senza fare mai altro, come aveva
    da essere interamente; poi, fatta la forma, si andava apparecchiando
    a gettarlo, e da molti fonditori, in opera di tanta importanza, pigliava
    parere d'intorno al modo che dovesse tenere perché venisse ben fatta,
10   quando Pio Quarto, dopo la morte di Paolo stato creato Pontefice,
    fece intendere a Daniello volere, come si è detto nella Vita del Sal-
    viati, che si finisse l'opera della sala de' Re, e che per ciò si lasciasse
    indietro ogni altra cosa. Al che rispondendo Daniello, disse essere
    occupatissimo et ubligato alla reina di Francia, ma che farebbe i car-
15   toni e la farebbe tirare inanzi a' suoi giovani, e che oltre ciò farebbe
    anch'egli la parte sua. La quale risposta non piacendo al Pa-
    pa, andò pensando di allogare il tutto al Salviati. Onde Daniello, inge-
    losito, fece tanto col mezzo del cardinale di Carpi e di Michelagnolo,
    che a lui fu data a dipignere la metà di detta sala, e l'altra metà, come
20   abbiamo detto, al Salviati, nonostante che Daniello facesse ogni pos-
    sibile opera d'ave[r]la tutta, per andarsi tranquillando senza concor-
    renza, a suo commodo. Ma in ultimo la cosa di questo lavoro fu gui-
    data in modo, che Daniello non vi fece cosa niuna più di quello che già
    avesse fatto molto inanzi, et il Salviati non finì quel poco che aveva
25   cominciato: anzi gli fu anco quel poco dalla malignità d'alcuni get-
    tato per terra.
    Finalmente Daniello dopo quattro anni (quanto a lui apparteneva)
    arebbe gettato il già detto cavallo; ma gli bisognò indugiare molti me-
    si più di quello che arebbe fatto, mancandogli le provisioni che do-
30   veva fare, di ferramenti, mettallo et altre materie, il signor Ruberto;
    le quali tutte cose essendo finalmente state provedute, sotterrò Da-
    niello la forma, che era una gran machina, fra due fornaci da fondere,
    in una stanza molto a proposito che aveva a Monte Cavallo; e fonduta
    la materia, dando nelle spine, il mettallo per un pezzo andò assai
35   bene, ma in ultimo sfondando il peso del metallo la forma del cavallo
    nel corpo, tutta la materia prese altra via: il che travagliò molto da
    principio l'animo di Daniello; ma nondimeno, considerato il tutto,
    trovò la via da rimediare a tanto inconveniente. E così in capo a due
    mesi gettandolo la seconda volta, prevalse la sua virtù agl'impedimen-
40   ti della fortuna, onde condusse il getto di quel cavallo (che è un sesto
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