Volume 5

Edizione Giuntina
    il quale, oltre ciò, gli fece fare in più luoghi di quel fregio un
    liocorno in diversi modi in grembo a una vergine, che è l'impresa di
    quella illustrissima famiglia. La quale opera fu cagione che quel si-
    gnore, il quale è sempre stato amatore di tutti gl'uomini rari e virtuo-
5   si, lo favorisse sempre; e più arebbe fatto, se Daniello non fusse sta-
    to così lungo nel suo operare. Ma di questo non aveva colpa Daniello,
    poiché sì fatta era la sua natura et ingegno, et egli più tosto si con-
    tentava di fare poco e bene, che assai e non così bene. Adunque, oltre
    all'affezione che gli portava il cardinale, lo favorì di maniera il
10   signor Annibale Caro appresso i suoi signori Farnesi, che sempre
    l'aiutarono. E a madama Margarita d'Austria, figliuola di Carlo Quin-
    to, nel palazzo de' Medici a Navona,['n]dello scrittoio del quale si è
    favellato nella Vita dell'Indaco, in otto vani dipinse otto storiette de'
    fatti et opere illustri di detto Carlo Quinto imperatore, con tanta di-
15   ligenza e bontà, che per simile cosa non si può quasi fare meglio.
    Essendo poi l'anno 1547 morto Perino del Vaga et avendo lasciata
    imperfetta la sala dei Re, che, come si è detto, è nel palazzo del Papa
    dinanzi alla capella di Sisto et alla Paulina, per mezzo di molti amici
    e signori, e particolarmente di Michelagnolo Buonarroti, fu da papa
20   Paolo Terzo messo in suo luogo Daniello, con la medesima provisione
    che aveva Perino, et ordinatogli che desse principio agl'ornamenti del-
    le facciate che s'avevano a fare di stucchi, con molti ignudi tutti tondi
    sopra certi frontoni. E perché quella sala rómpeno sei porte grandi di
    mischio, tre per banda, et una sola facciata rimane intera, fece Da-
25   niello sopra ogni porta quasi un tabernacolo di stucco bellissimo, in
    ciascuno de' quali disegnava fare di pittura uno di quei Re che hanno
    difesa la Chiesa Apostolica, e seguitare nelle facciate istorie di que'
    Re che con tributi o vettorie hanno beneficato la Chiesa: onde in tut-
    to venivano a essere sei storie e sei nicchie. Dopo le quali nicchie,
30   overo tabernacoli, fece Daniello con l'aiuto di molti tutto l'altro orna-
    mento ricchissimo di stucchi che in quella sala si vede, studiando in
    un medesimo tempo i cartoni di quello che aveva disegnato far in
    quel luogo di pittura. Il che fatto, diede principio a una delle storie;
    ma non ne dipinse più che due braccia incirca, e due di que' Re ne'
35   tabernacoli di stucco sopra le porte, perché, ancorché fusse sollecitato
    dal cardinale Farnese e dal Papa, senza pensare che la morte suole
    spesse volte guastare molti disegni, mandò l'opera tanto in lungo,
    che quando sopravenne la morte del Papa, l'anno 1549, non era fatto
    se non quello che è detto; per che avendosi a fare nella sala, che era
40   piena di palchi e legnami, il Conclave, fu necessario gettare ogni cosa
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