Volume 5

Edizione Giuntina
    del Salviati, si diede con molto più studio, che insino allora fatto non
    aveva, alla pittura; e condusse in un quadro molto bello una Conver-
    sione di San Paolo, la quale oggi è appresso Gulielmo del Tovaglia;
    e dopo, in un quadro della medesima grandezza, dipinse le serpi che
5   piovono addosso al popolo ebreo; in un altro fece Gesù Cristo che
    cava i Santi Padri del Limbo: i quali ultimi due, che sono bellissimi,
    ha oggi Filippo Spini, gentiluomo che molto si diletta delle nostre
    arti. Et oltre a molte altre cose piccole che fece Francesco dal Prato,
    disegnò assai e bene, come si può vedere in alcuni di sua mano che
10   sono nel nostro Libro de' disegni. Morì costui l'anno 1562, e dolse
    molto a tutta l'Accademia, perché, oltre all'esser valentuomo nell'ar-
    te, non fu mai il più da bene uomo di lui.
    Fu allievo di Francesco Salviati Giuseppo Porta da Castel Nuovo
    della Carfagnana, che fu chiamato anch'egli, per rispetto del suo
15   maestro, Giuseppo Salviati. Costui giovanetto, l'anno 1535, essendo
    stato condotto in Roma da un suo zio, segretario di monsignor Ono-
    frio Bartolini arcivescovo di Pisa, fu acconcio col Salviati, appresso
    al quale imparò in poco tempo non pure a disegnare benissimo, ma
    ancora a colorire ottimamente. Andato poi col suo maestro a Vinezia,
20   vi prese tante pratiche di gentiluomini, che, essendovi da lui lasciato,
    fece conto di volere che quella città fusse sua patria; e così presovi
    moglie, vi si è stato sempre et ha lavorato in pochi altri luoghi che a
    Vinezia. In sul campo di S. Stefano dipinse già la facciata della casa
    de' Loredani di storie colorite a fresco molto vagamente e fatte con
25   bella maniera. Dipinse similmente a San Polo quella de' Bernardi,
    et un'altra dietro a San Rocco, che è opera bonissima. Tre altre faccia-
    te di chiaro scuro ha fatto molto grandi, piene di varie storie: una
    a San Moisè, la seconda a San Cassiano, e la terza a Santa
    Maria Zebenigo. Ha dipinto similmente a fresco in un luogo detto
30   Treville, appresso Trevisi, tutto il palazzo de' Priuli, fabrica ricca e
    grandissima dentro e fuori; della quale fabrica si parlerà a luogo nella
    Vita del Sansovino. A Pieve di Sacco ha fatto una facciata molto bella;
    et a Bagnuolo, luogo de' frati di Santo Spirito di Vinezia, ha dipinto
    una tavola a olio; et ai medesimi padri ha fatto nel convento di Santo
35   Spirito il palco overo soffittato del loro refettorio, con uno spartimen-
    to pieno di quadri dipinti, e nella testa principale un bellissimo Ce-
    nacolo. Nel palazzo di San Marco ha dipinto nella sala del Doge le
    Sibille, i Profeti, le Virtù cardinali, e Cristo con le Marie, che gli sono
    state infinitamente lodate. E nella già detta Libraria di San Marco
40   fece due storie grandi, a concorrenza degli altri pittori di Vinezia, de'
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