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una a Livio da Forlì, un'altra a Orazio da Bologna, una a |
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Girolamo Sermoneta, e l'altre ad altri; la qual cosa avisando Francesco |
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a Giorgio e dimandando se era bene che seguitasse quella che avea |
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cominciata, gli fu risposto che sarebbe stato ben fatto, dopo tanti |
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disegni piccoli e cartoni grandi, che n'avesse finita una, nonostante |
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che a tanti da molto meno di lui fusse stata allogata la maggior parte, |
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e che facesse sforzo d'avicinarsi con l'operare, quanto potesse il più, |
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alle pitture della facciata e volta del Buonarroto nella capella di Sisto |
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et a quelle della Paulina; perciò che veduta che fusse stata la sua, si |
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sarebbono l'altre mandate a terra e tutte con sua molta gloria allogate |
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a lui: avvertendolo a non curarsi né d'utile né di danari o dispiacere |
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che gli fusse fatto da chi governava quell'opera, però che troppo più |
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importa l'onore che qualunche altra cosa. Delle quali tutte lettere e |
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proposte e risposte ne sono le copie e gl'originali fra quelle che ten- |
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ghiamo noi per memoria di tant'uomo, nostro amicissimo, e per quel- |
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le che di nostra mano deono essere state fra le sue cose ritrovate. |
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Stando Francesco, dopo queste cose, sdegnato e non ben risoluto |
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di quello che fare volesse, afflitto dell'animo, malsano del corpo e |
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indebolito dal continuo medicarsi, si amalò finalmente del male della |
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morte, che in poco tempo il condusse all'estremo, senza avergli dato |
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tempo di potere disporre delle sue cose interamente. A un suo creato |
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chiamato Annibale, figliuolo di Nanni di Baccio Bigio, lasciò scudi |
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sessanta l'anno in sul Monte delle Farine, quattordici quadri e tutti i |
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disegni et altre cose dell'arte. Il resto delle sue cose lasciò a suor Ga- |
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briella sua sorella monaca, ancorché io intenda che ella non ebbe, co- |
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me si dice, del sacco le corde; tuttavia le dovette venire in mano un |
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quadro dipinto sopra tela d'argento con un ricamo intorno, il quale |
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aveva fatto per lo re di Portogallo, o di Polonia che e' si fusse, e lo |
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lasciò a lei, acciò il tenesse per memoria di lui. Tutte l'altre cose, cioè |
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gl'ufficii che aveva dopo intolerabili fatiche comperati, tutti si perde- |
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rono. Morì Francesco il giorno di San Martino, a dì 11 di novembre |
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l'anno 1563; e fu sepolto in San Ieronimo, chiesa vicina alla casa dove |
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abitava. |
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Fu la morte di Francesco di grandissimo danno e perdita all'arte, |
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perché, se bene aveva cinquanta quattro anni et era malsano, ad ogni |
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modo continuamente studiava e lavorava, et in questo ultimo s'era |
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dato a lavorare di musaico, e si vede che era capriccioso et avrebbe |
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voluto far molte cose; e s'egli avesse trovato un principe che avesse |
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conosciuto il suo umore e datogli da far lavori secondo il suo capric- |
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cio, avrebbe fatto cose maravigliose, perché era, come abbiam detto, |