Volume 5

Edizione Giuntina
    alla Vigna, al Monte et altrove, che non sapeva più che si sperare da
    certi uomini; aggiugnendo che, avendo egli fatta al medesimo, senza
    esserne stato pagato, una tavola in palazzo, dentrovi Cristo che nel
    mare di Tiberiade chiama dalle reti Pietro et Andrea (la quale gl'era
5   stata levata da papa Paulo Quarto da una capella che aveva fatta
    Giulio sopra il corridore di Belvedere, e doveva essere mandata a Mi-
    lano), Sua Santità volesse fargliela o rendere o pagare. Alle quali cose
    rispondendo il Papa, disse (o vero o non vero che così fusse) non sa-
    pere alcuna cosa di detta tavola, e volerla vedere; per che fattala veni-
10   re, veduta che Sua Santità l'ebbe a mal lume, si contentò che ella gli
    fusse renduta. Dopo, rapiccatosi il ragionamento della sala, disse
    Giorgio al Papa liberamente che Francesco era il primo e miglior
    pittore di Roma, e che non potendo niuno meglio servirlo di lui, era
    da farne capitale; e che, se bene il Buonarroto et il cardinale di Carpi
15   favorivano Daniello, lo facevano più per interesse dell'amicizia, e for-
    se come appassionati, che per altro. Ma per tornare alla tavola, non
    fu sì tosto partito Giorgio dal Papa, che l'ebbe mandata a casa di
    Francesco, il quale poi di Roma gliela fece condurre in Arezzo, dove,
    come in altro luogo abbiam detto, è stata dal Vasari con ricca et ono-
20   rata spesa nella Pieve di quella città collocata.
    Stando le cose della sala de' Re nel modo che si è detto di sopra,
    nel partire il duca Cosimo da Siena per andar a Roma, il Vasari, che
    era andato insin lì con Sua Eccel[lenza], gli raccomandò caldamente
    il Salviati, acciò gli facesse favore appresso al Papa, et a Francesco
25   scrisse quanto aveva da fare, giunto che fusse il Duca in Roma. Nel
    che non uscì punto Francesco del consiglio datogli da Giorgio; per
    che andando a far reverenza al Duca, fu veduto con bonissima cera
    da Sua Eccellenza, e poco appresso fatto tale ufficio per lui appresso
    Sua Santità, che gli fu allogata mezza la detta sala; alla quale opera
30   mettendo mano, prima che altro facesse, gettò a terra una storia stata
    cominciata da Daniello: onde furono poi fra loro molte contese.
    Serviva, come s'è già detto, questo Pontefice nelle cose d'architet-
    tura Pirro Ligorio, il quale aveva molto da principio favorito Fran-
    cesco, et arebbe seguitato; ma colui non tenendo più conto né di Pirro
35   né d'altri, poi che ebbe cominciato a lavorare, fu cagione che d'amico
    gli divenne in un certo modo avversario, e se ne videro manifestis-
    simi segni; perciò che Pirro cominciò a dire al Papa che essendo in
    Roma molti giovani pittori e valentuomini, che a voler cavare le mani
    di quella sala sarebbe stato ben fatto allogar loro una storia per uno, e
40   vederne una volta il fine. I quali modi di Pirro, a cui si vedeva che il
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