Volume 5

Edizione Giuntina
    e promesse, si risolvé Francesco, dopo essere stato là venti mesi,
    a ritornarsene in Italia. E così condottosi a Milano (dove dal cava-
    lier Lione Aretino fu cortesemente ricevuto in una sua casa, la quale
    si ha fabbricata ornatissima e tutta piena di statue antiche e moderne,
5   e di figure di gesso formate da cose rare, come in altro luogo si dirà),
    dimorato che quivi fu quindici giorni e riposatosi, se ne venne a Fio-
    renza; dove avendo trovato Giorgio Vasari e dettogli quanto aveva
    ben fatto a non andare in Francia, gli contò cose da farne fuggire la
    voglia a chiunque d'andarvi l'avesse maggiore. Da Firenze
10   tornatosene Francesco a Roma, mosse un piato a' mallevadori che
    erano entrati per le sue provisioni del cardinale di Loreno, e gli strinse
    a pagargli ogni cosa; e riscosso i danari comperò, oltre ad altri che vi
    avea prima, alcuni uffizii, con animo risoluto di voler badare a vivere,
    conoscendosi malsano et avere in tutto guasta la complessione. Ma
15   ciò nonostante, avrebbe voluto essere impiegato in opere grandi; ma
    non gli venendo fatto così presto, si trattenne un pezzo in facendo
    quadri e ritratti.
    Morto papa Paulo Quarto, essendo creato Pio similmente Quarto,
    che, dilettandosi assai di fabricare, si serviva nelle cose d'architettura
20   di Pirro Ligorio, ordinò Sua Santità che il cardinale Alessandro Far-
    nese e l'Emulio facessono finire la sala grande, detta dei Re, a Daniel-
    lo da Volterra, che l'aveva già cominciata. Fece ogni opera il detto
    reverendissimo Farnese perché Francesco n'avesse la metà; nel che
    fare, essendo lungo combattimento fra Daniello e Francesco, e mas-
25   simamente adoperandosi Michelagnolo Buonarroti in favore di Da-
    niello, non se ne venne per un pezzo a fine. Intanto essendo andato il
    Vasari con Giovanni cardinale de' Medici, figliuolo del duca Cosimo,
    a Roma, nel raccontargli Francesco molte sue disaventure e quelle
    particolarmente nelle quali, per le cagioni dette pur ora, si ritrovava,
30   gli mostrò Giorgio, che molto amava la virtù di quell'uomo, che egli
    si era insino allora assai male governato, e che lasciasse per l'avenire
    fare a lui, perciò che farebbe in guisa che per ogni modo gli toccarebbe
    a fare la metà della detta sala de' Re, la quale non poteva Daniello
    fare da per sé, essendo uomo lungo et irresoluto, e non forse così
35   gran valentuomo et universale come Francesco. Così dunque stando
    le cose, e per allora non si facendo altro, fu ricerco Giorgio non molti
    giorni dopo dal Papa di fare una parte di detta sala; ma avendo egli
    risposto che nel palazzo del duca Cosimo suo signore aveva a farne
    una tre volte maggiore di quella, et oltra ciò che era sì male stato
40   trattato da papa Giulio Terzo, per lo quale aveva fatto molte fatiche
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