Volume 5

Edizione Giuntina
    tenute bellissime. In una capella di San Lorenzo in Damaso fece due
    Angeli in fresco che tengono un panno, d'uno de' quali n'è il disegno
    nel nostro Libro. Dipinse a fresco nel reffettorio di San Salvatore del
    Lauro a Monte Giordano, nella facciata principale, le Nozze di Cana
5   Galilea, nelle quali fece Gesù Cristo dell'acqua vino, con gran nume-
    ro di figure; e dalle bande alcuni Santi e papa Eugenio Quarto, che
    fu di quell'ordine, et altri fondatori. E di dentro, sopra la porta di
    detto reffettorio, fece in un quadro a olio San Giorgio che ammazza il
    serpente: la quale opera condusse con molta pratica, finezza e vaghez-
10   za di colori. Quasi ne' medesimi tempi mandò a Fiorenza a messer
    Alamanno Salviati un quadro grande, nel quale sono dipinti Adamo
    et Eva che nel Paradiso terrestre mangiano d'intorno all'albero della
    vita il pomo vietato, che è una bellissima opera. Dipinse Francesco
    al signor Ranuccio cardinale Sant'Agnolo, di casa Farnese, nel salotto
15   che è dinanzi alla maggior sala del palazzo de' Farnesi, due facciate
    con bellissimo capriccio. In una fece il signor Ranuccio Farnese il
    Vecchio che da Eugenio Quarto riceve il bastone del capitanato di
    Santa Chiesa, con alcune Virtù; e nell'altra papa Paolo Terzo Farnese
    che dà il bastone della Chiesa al signor Pier Luigi, e mentre si vede
20   venire da lontano Carlo Quinto imperatore, accompagnato da Ales-
    sandro cardinale Farnese e da altri signori ritratti di naturale. Et in
    questa, oltra le dette e molte altre cose, dipinse una Fama et altre fi-
    gure, che sono molto ben fatte. Ma è ben vero che quest'opera non
    fu del tutto finita da lui, ma da Taddeo Zucchero da Sant'Agnolo, co-
25   me si dirà a suo luogo. Diede proporzione e fine alla capella del Po-
    polo, che già fra' Bastiano Viniziano aveva cominciata per Agostino
    Chigii, che non essendo finita, Francesco la finì, come s'è ragionato
    in fra' Bastiano nella Vita sua. Al cardinale Riccio da Montepulciano
    dipinse nel suo palazzo di strada Giulia una bellissima sala, dove fece
30   a fresco in più quadri molte storie di Davit: e fra l'altre una Bersabè in
    un bagno, che si lava con molte altre femine, mentre Davit la sta a
    vedere, è una storia molto ben composta, graziosa e tanto piena d'in-
    venzione, quanto altra che si possa vedere. In un altro quadro è la
    morte d'Uria; in uno l'Arca, a cui vanno molti suoni inanzi; et in-
35   somma, dopo alcune altre, una battaglia che fa Davit con i suoi ni-
    mici, molto ben composta; e per dirlo brevemente, l'opera di questa
    sala è tutta piena di grazia, di bellissime fantasie e di molte capric-
    ciose et ingegnose invenzioni. Lo spartimento è fatto con
    molte considerazioni et il colorito è vaghissimo. E per dire il vero,
40   sentendosi Francesco gagliardo e copioso d'invenzione, et avendo la
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