Volume 5

Edizione Giuntina
    suoi soliti stipendii e provisione. Nel qual tempo, che fu l'anno 1548,
    essendo Giorgio Vasari in Arimini a lavorare a fresco et a olio l'ope-
    re delle quali si è favellato in altro luogo, gli scrisse Francesco una
    lunga lettera, ragguagliandolo per apunto d'ogni cosa e come le sue
5   cose passavano in Fiorenza, et in particolare d'aver fatto un disegno
    per la capella maggiore di San Lorenzo, che di ordine del signor Du-
    ca s'aveva a dipignere; ma che intorno a ciò era stato fatto malissimo
    ufficio per lui appresso Sua Eccellenzia, e che, oltre all'altre cose,
    teneva quasi per fermo che messer Pierfrancesco maiordomo non
10   avesse mostro il suo disegno, onde era stata allogata l'opera al Pon-
    tormo; et ultimamente, che per queste cagioni se ne tornava a Roma,
    malissimo sodisfatto degl'uomini et artefici della sua patria.
    Tornato dunque in Roma, avendo comperata una casa vicina al
    palazzo del cardinale Farnese, mentre si andava trattenendo con la-
15   vorare alcune cose di non molta importanza, gli fu dal detto cardinale,
    per mezzo di messer Annibale Caro e di don Giulio Clovio, data a
    dipignere la capella del palazzo di San Giorgio; nella quale fece bel-
    lissimi partimenti di stucchi et una graziosa volta a fresco con molte
    figure e storie di San Lorenzo, et in una tavola di pietra a olio la Na-
20   tività di Cristo, accommodando in quell'opera, che fu bellissima, il
    ritratto di detto cardinale. Dopo, essendogli allogato un altro lavoro
    nella già detta Compagnia della Misericordia, dove aveva fatto Iacopo
    del Conte la Predica et il Battesimo di San Giovanni, nelle quali, se
    bene non aveva passato Francesco, si era portato benissimo, e dove
25   avevano fatto alcune altre cose Battista Franco viniziano e Pirro Li-
    gorio, fece Francesco in questa parte, che è apunto a canto
    all'altra sua storia della Visitazione, la Natività di esso San Giovanni:
    la quale, se bene condusse ottimamente, ella nondimeno non fu pari
    alla prima. Parimente, in testa di detta Compagnia, fece per messer
30   Bartolomeo Pussotti due figure in fresco, cioè Santo Andrea e San
    Bartolomeo Apostoli, molto belli, i quali mettono in mezzo la tavola
    dell'altare, nella quale è un Deposto di croce di mano del detto Iacopo
    del Conte, che è bonissima pittura e la migliore opera che insino al-
    lora avesse mai fatto.
35   L'anno 1550 essendo stato eletto sommo pontefice Giulio Terzo,
    nell'apparato della coronazione, per l'arco che si fece sopra la scala
    di San Piero, fece Francesco alcune storie di chiaro scuro molto belle.
    E dopo, essendosi fatto nella Minerva dalla Compagnia del Sacra-
    mento, il medesimo anno, un sepolcro con molti gradi et ordini di
40   colonne, fece in quello alcune storie e figure di terretta, che furono
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