Volume 5

Edizione Giuntina
    che ebbe il povero Francesco, finì quel salotto, cioè il lavoro che ave-
    va tolto a fare in fresco nelle facciate, perciò che nel palco overo sof-
    fit[t]ato non fu bisogno che lavorasse alcuna cosa, essendo
    tanto riccamente intagliato e messo tutto d'oro, che per sì fatta non si
5   può vedere opera più bella. E per accompagnare ogni cosa, fece fare
    il Duca di nuovo due finestre di vetro con l'imprese et arme sue e di
    Carlo V, che non si può far di quel lavoro meglio, che furono condotte
    da Batista dal Borro, pittore aretino raro in questa professione.
    Dopo questa fece Francesco per Sua Eccel[lenza] il palco del salot-
10   to ove si mangia il verno, con molte imprese e figurine a tempera, et
    un bellissimo scrittoio che risponde sopra la camera verde. Ritras-
    se similmente alcuni de' figliuoli del Duca; et un anno per carnovale
    fece nella sala grande la scena e prospettiva d'una comedia che si
    recitò, con tanta bellezza e diversa maniera da quelle che erano state
15   fatte in Fiorenza insino allora, che ella fu giudicata superiore a tutte.
    Né di questo è da maravigliarsi, essendo verissimo che Francesco in
    tutte le sue cose fu sempre di gran giudizio, vario e copioso d'inven-
    zione, e, ch'è più, possedeva le cose del disegno et aveva più bella ma-
    niera che qualunche altro fusse allora a Fiorenza, et i colori maneg-
20   giava con molta pratica e vaghezza. Fece ancora la testa overo ritratto
    del signor Giovanni de' Medici, padre del duca Cosimo, che fu bel-
    lissima, la quale è oggi nella guardaroba di detto signor Duca. A Cri-
    stofano Rinieri, suo amicissimo, fece un quadro di Nostra Donna
    molto bello, che è oggi nell'Udienza della Decima. A Ridolfo Landi
25   fece in un quadro una Carità, che non può esser più bella; et a Simon
    Corsi fece similmente un quadro di Nostra Donna, che fu molto
    lodato. A messer Donato Acciaioli cavalier di Rodi, col quale tenne
    sempre singular dimestichezza, fece certi quadretti che sono bellissi-
    mi. Dipinse similmente in una tavola un Cristo che mostra a San
30   Tomaso, il quale non credeva che fusse nuovamente risuscitato, i
    luoghi delle piaghe e ferite che aveva ricevute dai Giudei; la quale
    tavola fu da Tomaso Guadagni condotta in Francia e posta in una
    chiesa di Lione alla capella de' Fiorentini. Fece parimente Francesco,
    a riquisizione del detto Cristofano Rinieri e di maestro Giovanni Ro-
35   sto arazziere fiamingo, tutta la storia di Tarquinio e Lucrezia Romana
    in molti cartoni, che essendo poi messi in opera di panni d'arazzo
    fatti d'oro, di seta e filaticci, riuscì opera maravigliosa. La qual cosa
    intendendo il Duca, che allora faceva fare panni similmente d'arazzo
    al detto maestro Giovanni in Fiorenza per la sala de' Dugento, tutti
40   d'oro e di seta, et aveva fatto far cartoni delle storie di Ioseffo Ebreo
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