Volume 5

Edizione Giuntina
    vivo; nel lontano, dove passa il trionfo, è una Roma molto bella, e
    sopra la porta è una Pace di chiaro scuro con certi prigioni, la quale
    abrucia l'armi. Il che tutto fu fatto da Francesco con tanta diligenza
    e studio che non può vedersi più bell'opra. Nell'altra faccia, che è
5   vòlta a ponente, fece nel mezzo e ne' maggior' vani, in una nicchia,
    Marte armato, e sotto quello una figura ignuda finta per un Gallo con
    la cresta in capo, simile a quella de' galli naturali; et in un'altra nic-
    chia Diana succinta di pelle, che si cava una freccia del turcasso, e
    con un cane. Ne' due canti di verso l'altre due facciate sono due Tem-
10   pi, uno che aggiusta i pesi con le bilance, e l'altro che tempra, ver-
    sando l'acqua di due vasi l'uno nell'altro. Nell'ultima facciata, dirim-
    petto alla capella, la quale volta a tramontana, è da un canto a man rit-
    ta il Sole figurato nel modo che gli [...] Egizzii il mostrano, e dall'altro
    la Luna nel medesimo modo: nel mezzo è il Favore, finto in un giova-
15   ne ignudo in cima alla ruota, et in mezzo da un lato all'Invidia, al-
    l'Odio et alla Maladicenza, e dall'altro agli Onori, al Diletto e a tutte
    l'altre cose descritte da Luciano. Sopra le finestre è un fregio tutto
    pieno di bellissimi ignudi, grandi quanto il vivo et in diverse forme
    et attitudini, con alcune storie similmente de' fatti di Camillo; e di-
20   rimpetto alla Pace che arde l'arme è il fiume Arno, che avendo un
    corno di dovizia abbondantissimo, scuopre, alzando con una mano
    un panno, una Fiorenza e la grandezza de' suoi Pontefici e gli Eroi di
    casa Medici. Vi fece oltre di ciò un basamento che gira intorno a
    queste storie e nicchie, con alcuni termini di femina che reggono fe-
25   stoni; e nel mezzo sono certi ovati con storie di popoli che adornano
    una Sfinge et il fiume Arno. Mise Francesco in fare quest'opera tutta
    quella diligenza e studio che è possibile, e la condusse felicemente,
    ancora che avesse molte contrarietà, per lasciar nella patria un'opra
    degna di sé e di tanto prencipe.
30   Era Francesco di natura malinconico, e le più volte non si curava,
    quando era a lavorare, d'avere intorno niuno; ma nondimeno, quando
    a principio cominciò quest'opera, quasi sforzando la natura
    e facendo il liberale, con molta dimestichezza lasciava che il Tasso et
    altri amici suoi, che gli avevano fatto qualche servizio, stesseno a
35   vederlo lavorare, carezzandogli in tutti i modi che sapeva. Quando
    poi ebbe preso, secondo che dicono, pratica della corte e che gli parve
    essere in favore, tornando alla natura sua colorosa, mordace, non
    aveva loro alcun rispetto, anzi, che era peggio, con parole mordacis-
    sime, come soleva (il che servì per una scusa a' suoi avversarii), tas-
40   sava e biasimava l'opere altrui, e sé e le sue poneva sopra le stelle.
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