Volume 5

Edizione Giuntina
    e divenutogli compare, fece alla comare e moglie di esso
    Piero, dopo il parto, un presente d'un bellissimo disegno, per dipi-
    gnerlo in un di que' tondi nei quali si porta da mangiare alle donne di
    parto; nel quale disegno era in un partimento riquadrato, et accomo-
5   dato sotto e sopra con bellissime figure, la vita dell'uomo, cioè tutte
    l'età della vita umana, che posavano ciascuna sopra diversi festoni
    appropriati a quella età secondo il tempo; nel quale bizarro sparti-
    mento erano accomodati in due ovati bislunghi la figura del Sole e del-
    la Luna, e nel mezzo Isais, città d'Egitto, che dinanzi al tempio della
10   dea Pallade dimandava sapienza, quasi volendo mostrare che
    ai nati figliuoli si doverebbe inanzi ad ogni altra cosa pregare sapienza
    e bontà. Questo disegno tenne poi sempre Piero così caro, come fusse
    stato, anzi come era, una bellissima gioia.
    Non molto dopo, avendo scritto il detto Piero et altri amici a Fran-
15   cesco che avrebbe fatto bene a tornare alla patria, perciò che si teneva
    per fermo che sarebbe stato adoperato dal signor duca Cosimo, che
    non aveva maestri intorno se non lunghi et irresoluti, si risolvé final-
    mente (confidando anco molto nel favore di messer Alamanno fra-
    tello del cardinale e zio del Duca) a tornarsene a Fiorenza. E così
20   venuto, prima che altro tentasse, dipinse al detto messer Alamanno
    Salviati un bellissimo quadro di Nostra Donna, il qual lavorò in una
    stanza che teneva nell'Opera di Santa Maria del Fiore Francesco dal
    Prato, il quale allora, di orefice e maestro di tausia, s'era dato a gettare
    figurette di bronzo et a dipignere con suo molto utile et onore; nel
25   medesimo luogo, dico, il quale stava colui come ufficiale sopra i legna-
    mi dell'Opera, ritrasse Francesco l'amico suo Piero di Marcone et
    Aveduto del Cegia, vaiaio e suo amicissimo; il quale Aveduto, oltre
    a molte altre cose che ha di mano di Francesco, ha il ritratto di lui
    stesso fatto a olio e di sua mano, naturalissimo. Il sopradetto quadro
30   di Nostra Donna, essendo, finito che fu, in bottega del Tasso inta-
    gliatore di legname et allora architettore di palazzo, fu veduto da
    molti e lodato infinitamente. Ma quello che anco più lo fece tenere
    pittura rara, si fu che il Tasso, il quale soleva biasimare quasi ogni
    cosa, la lodava senza fine; e, che fu più, disse a messer Pierfrancesco
35   maiordomo che sarebbe stato ottimamente fatto che il Duca avesse
    dato da lavorare a Francesco alcuna cosa d'importanza. Il quale mes-
    ser Pierfrancesco e Cristofano Rinieri, che avevano gli orecchi del Du-
    ca, fecero sì fatto ufficio, che parlando messer Alamanno a Sua Eccel-
    lenza e dicendogli che Francesco desiderava che gli fusse dato a di-
40   pignere il salotto dell'Udienza che è dinanzi alla capella del palazzo
- pagina 520 -
pagina precedentepagina successiva