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e divenutogli compare, fece alla comare e moglie di esso |
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Piero, dopo il parto, un presente d'un bellissimo disegno, per dipi- |
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gnerlo in un di que' tondi nei quali si porta da mangiare alle donne di |
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parto; nel quale disegno era in un partimento riquadrato, et accomo- |
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dato sotto e sopra con bellissime figure, la vita dell'uomo, cioè tutte |
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l'età della vita umana, che posavano ciascuna sopra diversi festoni |
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appropriati a quella età secondo il tempo; nel quale bizarro sparti- |
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mento erano accomodati in due ovati bislunghi la figura del Sole e del- |
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la Luna, e nel mezzo Isais, città d'Egitto, che dinanzi al tempio della |
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dea Pallade dimandava sapienza, quasi volendo mostrare che |
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ai nati figliuoli si doverebbe inanzi ad ogni altra cosa pregare sapienza |
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e bontà. Questo disegno tenne poi sempre Piero così caro, come fusse |
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stato, anzi come era, una bellissima gioia. |
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Non molto dopo, avendo scritto il detto Piero et altri amici a Fran- |
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cesco che avrebbe fatto bene a tornare alla patria, perciò che si teneva |
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per fermo che sarebbe stato adoperato dal signor duca Cosimo, che |
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non aveva maestri intorno se non lunghi et irresoluti, si risolvé final- |
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mente (confidando anco molto nel favore di messer Alamanno fra- |
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tello del cardinale e zio del Duca) a tornarsene a Fiorenza. E così |
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venuto, prima che altro tentasse, dipinse al detto messer Alamanno |
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Salviati un bellissimo quadro di Nostra Donna, il qual lavorò in una |
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stanza che teneva nell'Opera di Santa Maria del Fiore Francesco dal |
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Prato, il quale allora, di orefice e maestro di tausia, s'era dato a gettare |
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figurette di bronzo et a dipignere con suo molto utile et onore; nel |
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medesimo luogo, dico, il quale stava colui come ufficiale sopra i legna- |
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mi dell'Opera, ritrasse Francesco l'amico suo Piero di Marcone et |
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Aveduto del Cegia, vaiaio e suo amicissimo; il quale Aveduto, oltre |
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a molte altre cose che ha di mano di Francesco, ha il ritratto di lui |
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stesso fatto a olio e di sua mano, naturalissimo. Il sopradetto quadro |
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di Nostra Donna, essendo, finito che fu, in bottega del Tasso inta- |
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gliatore di legname et allora architettore di palazzo, fu veduto da |
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molti e lodato infinitamente. Ma quello che anco più lo fece tenere |
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pittura rara, si fu che il Tasso, il quale soleva biasimare quasi ogni |
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cosa, la lodava senza fine; e, che fu più, disse a messer Pierfrancesco |
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maiordomo che sarebbe stato ottimamente fatto che il Duca avesse |
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dato da lavorare a Francesco alcuna cosa d'importanza. Il quale mes- |
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ser Pierfrancesco e Cristofano Rinieri, che avevano gli orecchi del Du- |
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ca, fecero sì fatto ufficio, che parlando messer Alamanno a Sua Eccel- |
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lenza e dicendogli che Francesco desiderava che gli fusse dato a di- |
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pignere il salotto dell'Udienza che è dinanzi alla capella del palazzo |