Volume 5

Edizione Giuntina
    un palco nel cui mezzo girano alcuni festoni fatti da Camillo Manto-
    vano, pittore in fare paesi, fiori, frondi, frutti et altre sì fatte cose,
    eccell[ente]; fu posto, dico, il detto ottangolo in mezzo di quattro qua-
    dri di braccia due e mezzo l'uno, fatti di storie della medesima Psiche,
5   come si disse nella Vita del Genga, da Francesco da Furlì. Il quale
    ottangolo è non solo più bello senza comparazione di detti quattro
    quadri, ma la più bell'opera di pittura che sia in tutta Vinezia. Dopo,
    fece in una camera, dove Giovanni Ricamatore da Udine aveva fatto
    molte cose di stucchi, alcune figurette a fresco ignude e vestite, che
10   sono molto graziose. Parimente, in una tavola che fece alle monache
    del Corpus Domini in Vinezia, dipinse con molta diligenza un Cri-
    sto morto con le Marie, et un Angelo in aria che ha i misterii della
    Passione in mano. Fece il ritratto di messer Pietro Aretino, che come
    cosa rara fu da quel poeta mandato al re Francesco con alcuni versi
15   in lode di chi l'aveva dipinto. Alle monache di Santa Cristina di Bo-
    logna dell'ordine di Camaldoli dipinse il medesimo Salviati, pregato
    da don Giovanfrancesco da Bagno, loro confessore, una tavola con
    molte figure, che è nella chiesa di quel monasterio, veramente bel-
    lissima.
20   Essendo poi venuto a fastidio il vivere di Vinezia a Francesco, co-
    me a colui che si ricordava di quel di Roma, e parendogli che quella
    stanza non fusse per gl'uomini del disegno, se ne partì per tornare
    a Roma; e dato una giravolta da Verona e da Mantova, veggendo in
    una di quelle molte antichità che vi sono e nell'altra l'opere di Giulio
25   Romano, per la via di Romagna se ne tornò a Roma e vi giunse l'anno
    1541. Quivi posatosi alquanto, le prime opere che fece furono il ri-
    tratto di messer Giovanni Gaddi e quello di messer Anniballe Caro,
    suoi amicissimi; e quelli finiti, fece per la cappella de' cherici di ca-
    mera nel palazzo del Papa una molto bella tavola; e nella chiesa de'
30   Tedeschi cominciò una cappella a fresco per un mercatante di quella
    nazione, facendo di sopra, nella volta, degl'Apostoli che ricevono lo
    Spirito Santo; et in un quadro che è nel mezzo, alto, Gesù Cristo che
    risuscita, con i soldati tramortiti intorno al sepolcro in diverse attitu-
    dini e che scortano con gagliarda e bella maniera. Da una banda fece
35   Santo Stefano e dall'altra San Giorgio in due nicchie; da basso fece
    San Giovanni Limosinario che dà la limosina a un poverello nudo, et
    ha a canto la Carità; e dall'altro lato Santo Alberto, frate carmelitano,
    in mezzo alla Loica et alla Prudenza; e nella tavola grande fece ulti-
    mamente a fresco Cristo morto con le Marie.
40   Avendo Francesco fatto amicizia con Piero di Marcone orefice fiorentino,
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