Volume 5

Edizione Giuntina
    una stufa quivi vicina; e dopo feciono in Camposanto alcune noto-
    mie. Venuta poi la primavera, essendo il cardinale Ipolito mandato dal
    Papa in Ungheria, ordinò che esso Giorgio fusse mandato a Firenze
    e che quivi lavorasse alcuni quadri e ritratti che aveva da mandare a
5   Roma. Ma il luglio vegnente, fra per le fatiche del verno passato et il
    caldo della state, amalatosi Giorgio, in ceste fu portato in Arezzo, con
    molto dispiacere di Francesco, il quale infermò anch'egli e fu per
    morire. Pure guarito Francesco, gli fu per mezzo d'Antonio Abaco,
    maestro di legname, dato a fare da maestro Filippo da Siena, sopra
10   la porta di dietro di Santa Maria della Pace, in una nicchia a fresco,
    un Cristo che parla a San Filippo, et in due angoli la Vergine e l'Ange-
    lo che l'annunzia: le quali pitture, piacendo molto a mastro Filippo,
    furono cagione che facesse fare nel medesimo luogo, in un quadro
    grande, che non era dipinto, dell'otto faccie di quel tempio, un'As-
15   sunzione di Nostra Donna. Onde considerando Francesco
    avere a fare quest'opera non pure in luogo publico, ma in luogo dove
    erano pitture d'uomini rarissimi, di Raffaello da Urbino, del Rosso,
    di Baldassarri da Siena e d'altri, mise ogni studio e diligenza in con-
    durla a olio nel muro: onde gli riuscì bella pittura e molto lodata, e
20   fra l'altre è tenuta bonissima figura il ritratto che vi fece del detto
    maestro Filippo con le mani giunte. E perché Francesco stava, come
    s'è detto, col cardinale Salviati et era conosciuto per suo creato, co-
    minciando a essere chiamato e non conosciuto per altro che per Cec-
    chino Salviati, ha avuto insino alla morte questo cognome.
25   Essendo morto Papa Clemente Settimo e creato Paulo Terzo, fece
    dipignere messer Bindo Altoviti, nella facciata della sua casa in ponte
    Sant'Agnolo, da Francesco l'arme di detto nuovo Pontefice, con al-
    cune figure grandi et ignude, che piacquero infinitamente. Ritrasse
    ne' medesimi tempi il detto messer Bindo, che fu una molto buona
30   figura et un bel ritratto; ma questo fu poi mandato alla sua villa di
    San Mizzano in Valdarno, dove è ancora. Dopo fece per la chiesa di
    San Francesco a Ripa una bellissima tavola a olio d'una Nunziata,
    che fu condotta con grandissima diligenza. Nell'andata di Carlo Quin-
    to a Roma l'anno 1535 fece per Antonio da San Gallo alcune storie
35   di chiaro scuro, che furono poste nell'arco che fu fatto a San Marco;
    le quali pitture, come s'è detto in altro luogo, furono le migliori che
    fussero in tutto quell'apparato. Volendo poi il signor Pierluigi Far-
    nese, fatto allora signor di Nepi, adornare quella città di nuove mu-
    raglie e pitture, prese al suo servizio Francesco, dandogli le stanze in
40   Belvedere, dove gli fece in tele grandi alcune storie a guazzo de' fatti
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