Volume 5

Edizione Giuntina
    eccellente poeta aretino, essere nelle prime lettere di maniera
    introdotto, che sapeva a mente una gran parte dell'Eneide di Vergilio,
    che gliela volle sentire recitare, e che da Guglielmo da Marzilla pittor
    franzese aveva imparato a disegnare, ordinò che Antonio stesso gli
5   conducesse quel putto a Fiorenza. Dove postolo in casa di messer
    Niccolò Vespucci cavaliere di Rodi, che stava in sulla coscia del
    Ponte Vecchio sopra la chiesa del Sepolcro, et accònciolo con Miche-
    lagnolo Buonarruoti, venne la cosa a notizia di Francesco, che allora
    stava nel chiasso di messer Bivigliano, dove suo padre teneva una
10   gran casa a pigione, che riusciva il dinanzi in Vachereccia, e molti
    lavoranti. Onde, perché ogni simile ama il suo simile, fece tanto che
    divenne amico di esso Giorgio per mezzo di messer Marco da Lodi,
    gentiluomo del detto cardinale di Cortona; il quale mostrò a Giorgio,
    a cui piacque molto, un ritratto di mano di esso Francesco, il quale
15   poco innanzi s'era messo al dipintore con Giuliano Bugiardini.
    Il Vasari intanto, non lasciando gli studii delle lettere, d'ordine
    del cardinale si tratteneva ogni giorno due ore con Ipolito et Ales-
    sandro de' Medici sotto il Pierio, lor maestro e valentuomo. Questa
    amicizia dunque contratta, come di sopra, fra il Vasari e Francesco,
20   fu tale che durò sempre fra loro, ancorché per la concorrenza e per
    un suo modo di parlare un poco altiero che avea detto Francesco,
    fusse da alcuni creduto altrimenti. Il Vasari dopo essere stato alcuni
    mesi con Michelagnolo, essendo quell'eccellente uomo chiamato a
    Roma da papa Clemente per dargli ordine che si cominciasse la Li-
25   breria di San Lorenzo, fu da lui, avanti che partisse, acconcio con
    Andrea del Sarto; sotto el quale attendendo Giorgio a disegnare, ac-
    comodava continuamente di nascoso dei disegni del suo mae-
    stro a Francesco, che non aveva maggior desiderio che d'averne e stu-
    diargli, come faceva giorno e notte. Dopo, essendo dal magnifico
30   Ipolito acconcio Giorgio con Baccio Bandinelli, che ebbe caro avere
    quel putto appresso di sé et insegnargli, fece tanto che vi tirò anco
    Francesco, con molta utilità dell'uno e dell'altro, perciò che impara-
    rono e fecero stando insieme più frutto in un mese che non avevano
    fatto disegnando da loro in due anni; sì come anco fece un altro gio-
35   vinetto che similmente stava allora col Bandinello, chiamato Nan-
    noccio dalla Costa San Giorgio, del quale si parlò poco fa.
    Essendo poi l'anno 1527 cacciati i Medici di Firenze, nel combat-
    tersi il palazzo della Signoria, fu gettata d'alto una banca per dare
    addosso a coloro che combattevano la porta; ma quella, come volle
40   la sorte, percosse un braccio del Davit di marmo del Buonarroto
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