Volume 5

Edizione Giuntina
   
VITA DI FRANCESCO DETTO DE' SALVIATI.
   
PITTORE FIORENTINO
    Fu padre di Francesco Salviati, del quale al presente scriviamo la
    Vita et il quale nacque l'anno 1510, un buon uomo chiamato Miche-
5   lagnolo de' Rossi, tessitore di velluti; il quale avendo non questo solo,
    ma molti altri figliuoli maschî e femine, e per ciò bisogno d'essere
    aiutato, aveva seco medesimo deliberato di volere per ogni modo
    che Francesco attendesse al suo mestiero di tessere velluti. Ma il gio-
    vinetto, che ad altro avea vòlto l'animo et a cui dispiaceva il mestiero
10   di quell'arte, comeché anticamente ella fusse esercitata da persone
    non dico nobili, ma assai agiate e ricche, malvolentieri in questo se-
    guitava il volere del padre. Anzi praticando nella via de' Servi, dove
    aveva una sua casa, con i figliuoli di Domenico Naldini suo vicino e
    cittadino or[r]evole, si vedea tutto vòlto a costumi gentili et
15   onorati, e molto inclinato al disegno. Nella qual cosa gli fu un pezzo
    di non piccolo aiuto un suo cugino chiamato il Diaceto, orefice e gio-
    vane che aveva assai buon disegno; imperò che non pure gl'insegnava
    costui quel poco che sapeva, ma l'accomodava di molti disegni di di-
    versi valentuomini, sopra i quali giorno e notte, nascosamente dal
20   padre, con incredibile studio si esercitava Francesco. Ma essendosi
    di ciò accorto Domenico Naldini, dopo aver bene esaminato il putto,
    fece tanto con Michelagnolo suo padre, che lo pose in bottega del
    zio a imparare l'arte dell'orefice; mediante la quale comodità di dise-
    gnare fece in pochi mesi Francesco tanto profitto, che ognuno si stu-
25   piva. E perché usava in quel tempo una compagnia di giovani orefici
    e pittori trovarsi alcuna volta insieme et andare il dì delle feste a dise-
    gnare per Fiorenza l'opere più lodate, niuno di loro più si affaticava
    né con più amore di quello che faceva Francesco; i giovani della qual
    compagnia erano Nanni di Prospero delle Corniuole, Francesco di
30   Girolamo dal Prato orefice, Nannoccio da San Giorgio, e molti altri
    fanciulli che poi riuscirono valentuomini nelle loro professioni.
    In questo tempo, essendo anco ambidue fanciulli, divennero ami-
    cissimi Francesco e Giorgio Vasari in questo modo. L'anno 1523
    passando per Arezzo Silvio Passerini cardinale di Cortona, come le-
35   gato di papa Clemente Settimo, Antonio Vasari suo parente menò
    Giorgio suo figliuol maggiore a fare reverenza al cardinale; il quale
    veggendo quel putto, che allora non aveva più di nove anni, per la
    diligenza di messer Antonio da Saccone e di messer Giovanni Polastra
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