Volume 5

Edizione Giuntina
    servisse loro se non per farvi feste, uffici e seppellire, e che in niun
    altro modo volevano avere, mediante le loro tornate e ragunarsi, quel-
    la servitù nel loro convento. Di che avendo parlato Giorgio col Duca
    e chiestogli un luogo, Sua Eccellenza disse avere pensato di accomo-
5   darne loro uno, dove non solamente potrebbono edificare una Com-
    pagnia, ma avere largo campo di mostrare, lavorando, la virtù loro.
    E poco dopo scrisse e fece intendere per messer Lelio Torelli al prio-
    re e monaci degl'Angeli che accomodassono la detta Compagnia
    [''n]del tempio stato cominciato nel loro monasterio da Filippo Sco-
10   lari detto lo Spano. Ubbidirono i frati, e la Compagnia fu accomodata
    d'alcune stanze, nelle quali si ragunò più volte, con buona grazia di
    que' padri, che anco nel loro capitolo proprio gl'accettarono
    alcune volte molto cortesemente. Ma essendo poi detto al signor
    Duca che alcuni di detti monaci non erano del tutto contenti che là
15   entro si edificasse la Compagnia, perché il monasterio arebbe quella
    servitù, et il detto tempio, il quale dicevano volere con l'opere loro
    fornire, si starebbe, quanto a loro, a quel modo, Sua Eccellenza fece
    sapere agl'uomini dell'Accademia, che già aveva avuto principio et
    avea fatta la festa di San Luca nel detto tempio, che, poiché i monaci,
20   per quanto intendeva, non molto di buona voglia gli volevano in casa,
    che non mancherebbe di proveder loro un altro luogo. Disse oltre
    ciò il detto signor Duca, come principe veramente magnanimo che è,
    non solo voler favorire sempre la detta Accademia, ma egli stesso esser
    capo, guida e protettore, e che perciò crearebbe, anno per anno, un
25   luogotenente che in sua vece intervenisse a tutte le tornate. E così
    facendo, per lo primo elesse il reverendo don Vincenzio Borghini,
    spedalingo degl'Innocenti. Delle quali grazie et amorevolezze mo-
    strate dal signor Duca a questa sua nuova Accademia fu ringraziato
    da dieci de' più vecchi et eccellenti di quella; ma perché della riforma
30   della Compagnia e degl'ordini dell'Accademia si tratta largamente
    ne' capitoli che furono fatti dagl'uomini a ciò deputati et eletti da
    tutto il corpo per riformatori, fra' Giovann'Agnolo, Francesco da San
    Gallo, Agnolo Bronzino, Giorgio Vasari, Michele di Ridolfo e Pier-
    francesco di Iacopo di Sandro, coll'intervento del detto luogotenente
35   e confermazione di Sua Eccellenza, non ne dirò altro in questo luogo.
    Dirò bene che non piacendo a molti il vecchio suggello et arme overo
    insegna della Compagnia, il quale era un bue con l'ali a giacere, ani-
    male dell'Evangelista San Luca, e che ordinatosi, perciò che ciascuno
    dicesse o mostrasse con un disegno il parer suo, si videro i più bei
40   capricci e le più stravaganti e belle fantasie che si possino imaginare.
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