Volume 5

Edizione Giuntina
    E perché era la detta Compagnia dall'altar maggiore sopradetto stata
    traportata (come si dirà nella Vita di Iacopo di Casentino) sotto le
    volte del medesimo spedale in sul canto della via della Pergola, e di
    lì poi era stata ultimamente levata e tolta loro da don Isidoro Monta-
5   guti spedalingo di quel luogo, ella si era quasi del tutto dismessa e
    più non si ragunava. Avendo, dico, il frate, maestro Zacheria e Gior-
    gio discorso sopra lo stato di detta Compagnia lungamente, poi che
    il frate ebbe parlato di ciò col Bronzino, Francesco San Gallo, Aman-
    nato, Vincenzio de' Rossi, Michel di Ridolfo, et altri molti scultori e
10   pittori de' primi, e manifestato loro l'animo suo, venuta la mattina
    della Santissima Trinità, furono tutti i più nobili et eccellenti artefici
    dell'Arte del disegno in numero di 48 ragunati nel detto capitolo,
    dove si era ordinato una bellissima festa, e dove già era finita la detta
    sepoltura, e l'altare tirato tanto innanzi, che non mancavano se non
15   alcune figure che v'andavano di marmo. Quivi, detta una solennissi-
    ma Messa, fu fatta da un di que' padri una bell'orazione in lode di
    fra' Giovann'Agnolo e della magnifica liberalità che egli faceva alla
    Compagnia detta, donando loro quel capitolo, quella sepoltura e
    quella cappella; della quale acciò pigliassero il possesso, conchiuse
20   essersi già ordinato che il corpo del Puntormo, il quale era stato posto
    in un deposito nel primo chiostretto della Nunziata, fusse primo di
    tutti messo in detta sepoltura. Finita dunque la Messa e l'orazione,
    andati tutti in chiesa, dove in una bara erano l'ossa del detto Pun-
    tormo, postolo sopra le spalle de' più giovani, con una falcola per uno
25   et alcune torce, girando intorno la piazza, il portarono nel detto capi-
    tolo; il quale, dove prima era parato di panni d'oro, trovarono tutto
    nero e pieno di morti dipinti et altre cose simili. E così fu il detto
    Puntormo collocato nella nuova sepoltura. Licenziandosi poi la Com-
    pagnia, fu ordinata la prima tornata per la prossima domenica, per
30   dar principio, oltre al corpo della Compagnia, a una scelta de' mi-
    gliori e creato un'Accademia, con l'aiuto della quale chi non sapeva
    imparasse, e chi sapeva, mosso da onorata e lodevole concorrenza,
    andasse maggiormente acquistando. Giorgio intanto, avendo di que-
    ste cose parlato col Duca, e pregatolo a volere così favorire lo studio
35   di queste nobili arti, come avea fatto quello delle lettere, avendo ria-
    perto lo Studio di Pisa, creato un collegio di scolari e dato principio
    all'Accademia fiorentina, lo trovò tanto disposto ad aiutare e favorire
    questa impresa quanto più non arebbe saputo disiderare. Dopo queste
    cose, avendo i frati de' Servi meglio pensato al fatto, si risolverono, e
40   lo fecero intendere alla Compagnia, di non volere che il detto capitolo
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