Volume 5

Edizione Giuntina
    consumare i suoi ultimi anni; quando maestro Zaccheria suo amicis-
    simo, che allora era priore della Nunziata di Firenze, disiderando di
    tirarlo e fermarlo in quel luogo, parlò di lui col duca Cosimo, ridu-
    cendogli a memoria la virtù del frate e pregando che volesse servirse-
5   ne. A che avendo risposto il Duca benignamente, e che si servirebbe
    del frate tornato che fusse da Bologna, maestro Zaccheria gli scrisse
    del tutto, mandatogli appresso una lettera del cardinale Giovanni de'
    Medici, nella quale il confortava quel signore a tornare a fare nella
    patria qualche opera segnalata di sua mano. Le quali lettere avendo il
10   frate ricevuto, ricordandosi che messer Pierfrancesco Ricci, dopo es-
    sere vivuto pazzo molti anni, era morto, e che similmente il Bandi-
    nello era mancato, i quali parea che poco gli fussero stati amici, ri-
    scrisse che non mancherebbe di tornare quanto prima potesse a ser-
    vire Sua Eccellenza illustrissima, per fare in servigio di quella non
15   cose profane, ma alcun'opera sacra, avendo tutto vòlto l'animo al
    servigio di Dio e de' suoi Santi. Finalmente dunque, essendo tornato
    a Fiorenza l'anno 1561, se n'andò con maestro Zaccheria a Pisa, dove
    erano il signor Duca et il cardinale, per fare a loro illustrissime signo-
    rie reverenza. Da' quali signori essendo stato benignamente ricevuto
20   e carezzato, e dettogli dal Duca che nel suo ritorno a Fiorenza gli sa-
    rebbe dato a fare un'opera d'importanza, se ne tornò. Avendo poi ot-
    tenuto col mezzo di maestro Zaccheria licenza dai suoi frati della
    Nunziata di potere ciò fare, fece nel capitolo di quel convento, dove
    molti anni innanzi aveva fatto il Moisè e San Paulo di stucchi, come
25   s'è detto di sopra, una molto bella sepoltura in mezzo per sé e per
    tutti gl'uomini dell'Arte del Disegno, pittori, scultori et architettori
    che non avessono proprio luogo dove essere sotterrati, con animo
    di lasciare, come fece per contratto, che que' frati, per i beni che la-
    scierebbe loro, fussero obligati dire Messa alcuni giorni di festa e fe-
30   riali in detto capitolo, e che ciascun anno, il giorno della Santissima
    Trinità, si facesse festa solennissima, et il giorno seguente un ufficio
    di morti per l'anime di coloro che in quel luogo fussero stati sotter-
    rati.
    Questo suo disegno adunque, avendo esso fra' Giovann'Agnolo e
35   maestro Zacheria scoperto a Giorgio Vasari, che era loro amicissimo,
    et insieme avendo discorso sopra le cose della Compagnia del Dise-
    gno che al tempo di Giotto era stata creata et aveva le sue stanze avute
    in Santa Maria Nuova di Fiorenza, come ne appare memoria ancor
    oggi all'altar maggiore dello spedale, dal detto tempo insino a' nostri,
40   pensarono con questa occasione di raviarla e rimetterla su.
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