Volume 5

Edizione Giuntina
    Servi in Fiorenza. Ma prima che altro facesse, per darsi a Dio intera-
    mente, andò pensando come dovesse i suoi molti guadagni dispensare
    convenevolmente. E così dopo avere maritate alcune sue nipote fan-
    ciulle povere, et altre della sua patria e da Montorsoli, ordinò che ad
5   Angelo suo nipote, del quale si è già fatto menzione, fussero dati in
    Roma mille scudi e comperatogli un cavaliere del giglio. A due spe-
    dali di Napoli diede per limosina buona somma di danari per ciascu-
    no; al suo convento de' Servi lasciò mille scudi per comperare un
    podere, e quello di Montorsoli, stato de' suoi antecessori: con questo,
10   che a due suoi nipoti frati del medesimo ordine fussino pagati ogni
    anno, durante la vita loro, venticinque scudi per ciascuno, e con alcuni
    altri carichi che di sotto si diranno. Le quali cose come ebbe accomo-
    dato, si scoperse in Roma e riprese l'abito con molta sua contentezza e
    de' suoi frati, e particolarmente di maestro Zaccheria. Dopo, venuto
15   a Fiorenza, fu ricevuto e veduto dagl'amici e parenti con incredibile
    piacere e letizia. Ma ancorché avesse deliberato il frate di volere il
    rimanente della vita spendere in servigio di Nostro Signore Dio e
    dell'anima sua, e starsi quietamente in pace, godendosi un cavalie-
    rato che s'era serbato, non gli venne ciò fatto così presto; perciò che
20   essendo con istanzia chiamato a Bologna da maestro Giulio Bovio, zio
    del vascone Bovio, perché facesse nella chiesa de' Servi l'altar mag-
    giore tutto di marmo et isolato, et oltre ciò una sepoltura con figure
    e ricco ornamento di pietre mischie et incostrature di marmo, non
    poté mancargli, e massimamente avendosi a fare quell'opera in una
25   chiesa del suo ordine.
    Andato dunque a Bologna e messo mano all'opera, la condusse in
    ventotto mesi, facendo il detto altare, il quale da un pilastro all'altro
    chiude il coro de' frati, tutto di marmo dentro e fuori, con un Cristo
    nudo nel mezzo di braccia due e mezzo, e con alcun'altre statue dagli lati. È l'architettura di quest'opera bella veramente e ben
30   partita, et ordinata e commessa tanto bene che non si può far me-
    glio; il pavimento ancora, dove in terra è la sepoltura del Bovio, è
    spartito con bell'ordine, e certi candellieri di marmo e alcune storiet-
    te e figurine sono assai bene accomodate, et ogni cosa è ricca d'inta-
    glio; ma le figure, oltre che son piccole per la difficultà che si ha di
35   condurre pezzi grandi di marmo a Bologna, non sono pari all'archi-
    tettura né molto da essere lodate.
    Mentre che fra Giovann'Agnolo lavorava in Bologna quest'opera,
    come quello che in ciò non era anco ben risoluto, andava pensando
    in che luogo potesse più comodamente di quelli della sua religione
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