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Carlo V imperadore, che tornava vittorioso da Tunis, fu forzato par- |
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tirsi. |
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Giunto dunque a Firenze, fece al ponte a Santa Trinita, sopra una |
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basa grande, una figura d'otto braccia che rappresentava il fiume |
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Arno a giacere, il quale in atto mostrava di rallegrarsi col Reno, Da- |
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nubio, Biagrada et Ibero, fatti da altri, della venuta di Sua Maestà; il |
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quale Arno, dico, fu una molto bella e buona figura. In sul canto de' |
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Carnesecchi fece il medesimo, in una figura di 12 braccia, Iason duca |
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degl'Argonauti; ma questa, per esser di smisurata grandezza et il |
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tempo corto, non riuscì della perfezzione che la prima: come né anco |
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una Ilarità Augusta che fece al canto alla Cuculia. Ma considerata la |
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brevità del tempo nel quale egli condusse quest'opere, elle gl'acqui- |
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starono grand'onore e nome, così appresso gl'artefici come l'univer- |
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sale. Finita poi l'opera d'Arezzo, intendendo che Girolamo Genga |
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avea da fare un'opera di marmo in Urbino, l'andò il frate a trovare; |
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ma non si essendo venuto a conchiusione niuna, prese la volta di Ro- |
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ma; e quivi badato poco, se n'andò a Napoli con speranza d'avere a |
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fare la sepoltura di Iacopo Sanazaro, gentiluomo napoletano e poeta |
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veramente singolare e rarissimo. |
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Avendo edificato il Sanazaro a Margoglino, luogo di bellissima |
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vista et amenissimo nel fine di Chiaia sopra la marina, una magnifica |
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e molto commoda abitazione, la quale si godé mentre visse, lasciò |
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venendo a morte quel luogo, che ha forma di convento, et una bella |
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chiesetta all'ordine de' frati de' Servi, ordinando al signor Cesare |
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Mormerio et al signor conte di Lif, esecutori del suo testamento, che |
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nella detta chiesa da lui edificata, e la quale doveva essere |
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ufficiata dai detti padri, gli facessero la sua sepoltura. Ragionandosi |
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dunque di farla, fu proposto dai frati ai detti essecutori fra' Giovan- |
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n'Agnolo; al quale, andato egli, come s'è detto, a Napoli, finalmente |
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fu la detta sepoltura allogata, essendo stati giudicati i suoi modelli |
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assai migliori di molti altri che n'erano stati fatti da diversi scultori, |
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per mille scudi; de' quali avendo avuto buona partita, mandò a cavare |
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i marmi Francesco del Tadda da Fiesole, intagliatore eccellente, al |
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quale aveva dato a fare tutti i lavori di quadro e d'intaglio che ave- |
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vano a farsi in quell'opera, per condurla più presto. |
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Mentre che il frate si metteva a ordine per fare la detta sepoltura, |
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essendo in Puglia venuta l'armata turchesca, e per ciò standosi in |
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Napoli con non poco timore, fu dato ordine di fortificare la città, e |
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fatti sopra ciò quattro grand'uomini e di migliore giudizio, i quali |
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per servirsi d'architettori intendenti andarono pensando al frate; il |