Volume 5

Edizione Giuntina
    provisione, con ordine che facesse quattro statue grandi: delle
    quali non aveva anco il frate finiti i modelli, quando, essendo il re
    lontano et occupato in alcune guerre ne' confini del regno con gl'Ingle-
    si, cominciò a essere bistrattato dai tesorieri et a non tirare le sue pro-
5   visioni né avere cosa che volesse, secondo che dal re era stato ordi-
    nato. Per che sdegnatosi, e parendogli che quanto stimava quel ma-
    gnanimo re le virtù e gli uomini virtuosi, altretanto fussero dai mini-
    stri disprezzate e vilipese, si partì, nonostante che dai tesorieri, i
    quali pur s'avidero del suo malanimo, gli fussero le sue decorse pro-
10   visioni pagate infino a un quattrino. Ma è ben vero che, prima
    che si movesse, per sue lettere fece asapere così al re come al cardinale
    volersi partire.
    Da Parigi dunque andato a Lione, e di lì per la Provenza a Genova,
    non vi fe' molta stanza, che in compagnia d'alcuni amici andò a Vi-
15   nezia, Padova, Verona e Mantoa, veggendo con molto suo piacere, e
    talora disegnando, fabriche, sculture e pitture; ma sopra tutte molto
    gli piacquero in Mantoa le pitture di Giulio Romano, alcuna delle
    quali disegnò con diligenza. Avendo poi inteso in Ferrara et in Bolo-
    gna che i suoi frati de' Servi facevano capitolo generale a Budrione,
20   vi andò per visitare molti amici suoi e particolarmente maestro Za-
    cheria fiorentino, suo amicissimo, ai preghi del quale fece in un dì et
    una notte due figure di terra grandi quanto il naturale, cioè la Fede
    e la Carità; le quali, finte di marmo bianco, servirono per una fonte
    posticcia, da lui fatta con un gran vaso di rame, che durò a gettar
25   acqua tutto il giorno che fu fatto il Generale, con molta sua lode et
    onore. Da Budrione tornatosene con detto maestro Zacheria a Fi-
    renze nel suo convento de' Servi, fece similmente di terra, e le pose
    in due nicchie del capitolo, due figure maggiori del naturale, cioè
    Moisè e San Paulo, che gli furono molto lodate. Essendo poi manda-
30   to in Arezzo da maestro Dionisio, allora Generale de' Servi, il quale
    fu poi fatto cardinale da papa Paulo III, et il quale si sentiva molto
    obligato al generale Angelo d'Arezzo, che l'avea allevato et insegna-
    togli le buone lettere, fece fra' Giovann'Agnolo al detto Generale
    aretino una bella sepoltura di macigno in S. Piero di quella città,
35   con molti intagli et alcune statue, e di naturale sopra una cassa il detto
    generale Angelo, e due putti nudi di tondo rilievo, che piagnendo
    spengono le faci della vita umana, con altri ornamenti che rendono
    molto bella quest'opera. La quale non era anco finita del tutto, quan-
    do, essendo chiamato a Firenze dai proveditori sopra l'apparato che
40   allora faceva fare il duca Alessandro per la venuta in quella città di
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