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valorosi, nella cacciata de' Medici, guaste l'imagini di cera di Leone, |
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Clemente e d'altri di quella famiglia nobilissima, che vi si erano po- |
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sti per voto, deliberando i frati che si rifacessero, fra' Giovann'Agnolo |
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con l'aiuto d'alcuni di loro, che attendevano a sì fatte opere d'imagini, |
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rinovò alcune che v'erano vecchie e consumate dal tempo, e di nuovo |
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fece il papa Leone e Clemente, che ancor vi si veggiono; e poco dopo |
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il re di Bòssina et il signor Vecchio di Piombino; nelle quali opere |
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acquistò fra Giovann'Agnolo assai. |
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Intanto essendo Michelagnolo a Roma appresso papa Clemente, |
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il qual voleva che l'opera di San Lorenzo si seguitasse e perciò l'avea |
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fatto chiamare, gli chiese Sua Santità un giovane che restaurasse alcu- |
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ne statue antiche di Belvedere, che erano rotte. Per che ricordatosi il |
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Buonarroto di fra' Giovann'Agnolo, lo propose al Papa, e Sua San- |
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tità per un suo breve lo chiese al Generale dell'ordine de' Servi, che |
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gliel concedette, per non poter far altro, e malvolentieri. |
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Giunto dunque il frate a Roma, nelle stanze di Belvedere, che dal |
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Papa gli furono date per suo abitare e lavorare, rifece il braccio sini- |
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stro che mancava all'Apollo et il destro del Laoconte, che sono in |
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quel luogo, e diede ordine di racconciare l'Ercole similmente. E per- |
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ché il Papa quasi ogni mattina andava in Belvedere per suo spasso, e |
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dicendo l'ufficio, il frate il ritrasse di marmo tanto bene, che gli fu |
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l'opera molto lodata e gli pose il Papa grandissima affezzione, e mas- |
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simamente veggendolo studiosissimo nelle cose dell'arte, e che tutta |
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la notte disegnava per avere ogni mattina nuove cose da mostrare al |
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Papa, che molto se ne dilettava. In questo mentre essendo vacato un |
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canonicato di San Lorenzo di Fiorenza, chiesa stata edificata e dotata |
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dalla casa de' Medici, fra Giovann'Agnolo, che già avea posto giù |
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l'abito di frate, l'ottenne per messer Giovanni Norchiati suo zio, |
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che era in detta chiesa cappellano. |
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Finalmente avendo deliberato Clemente che il Buonarroto tornasse |
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a Firenze a finire l'opere della Sagrestia e Libreria di San Lorenzo, |
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gli diede ordine, perché vi mancavano molte statue, come si dirà nella |
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Vita di esso Michelagnolo, che si servisse dei più valentuomini che si |
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potessero avere, e particolarmente del frate, tenendo il medesimo mo- |
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do che aveva tenuto il San Gallo per finire l'opere della Madonna di |
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Loreto. Condottosi dunque Michelagnolo et il frate a Firenze, Mi- |
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chelagnolo nel condurre la statue del duca Lorenzo e Giuliano si ser- |
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vì molto del frate nel rinettarle e fare certe difficultà di lavori traforati |
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in sotto squadra; con la quale occasione imparò molte cose il frate |
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da quello uomo veramente divino, standolo con attenzione |