Volume 5

Edizione Giuntina
    cura, si portò molto bene, essendo molto intendente delle cose d'ar-
    chitettura, come ne dimostra il suo libro stampato delle cose di Ro-
    ma, che è bellissimo; il qual modello, che si truova oggi in San Piero
    nella cappella maggiore, è lungo palmi trentacinque e largo 26, e
5   alto palmi venti e mezzo: onde sarebbe venuta l'opera, secondo
    questo modello, lunga palmi 1040, cioè canne 104, e larga palmi
    360, che sono canne 36, perciò che, secondo la misura de' muratori,
    la canna che corre a Roma è dieci palmi. Fu donato ad Antonio per
    la fatica di questo suo modello, e molti disegni fatti, dai deputati
10   sopra la fabbrica di S. Pietro, scudi mille cinquecento, de' quali
    n'ebbe contanti mille et il restante non riscosse, essendo poco dopo
    tal opera passato all'altra vita. Ringrossò i pilastri della detta chiesa
    di S. Pietro, acciò il peso di quella tribuna posasse gagliardamente;
    e tutti i fondamenti sparsi empié di soda materia e fece in modo forti,
15   che non è da dubitare che quella fabrica sia per fare più peli o mi-
    nacciare rovina, come fece al tempo di Bramante: il qual magisterio,
    se fusse sopra la terra, come è nascoso sotto, farebbe sbigottire ogni
    terribile ingegno. Per le quali cose la fama et il nome di questo mi-
    rabile artefice doverà aver sempre luogo fra i più rari intelletti.
20   Trovasi che infino al tempo degl'antichi Romani sono stati e sono
    ancora gl'uomini di Terni e quelli di Riete inimicissimi fra loro,
    perciò che il lago delle Marmora, alcuna volta tenendo in collo,
    faceva violenza all'uno de' detti popoli; onde quando quei di Riete
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Edizione Torrentiniana
    finito, dove si ha guadagnato nome grandissimo. Ringrossò i pi-
25   lastri di San Piero, acciò il peso della tribuna di quello dovesse aver
    sede dove potesse posare le forze sue, et inoltre i fondamenti per tutto
    sparsi pieni di soda materia e di fortezza corrispondenti, i quali saranno
    cagione che quella fabbrica non farà più peli né minaccerà ruina, come
    fece a Bramante. Il quale magisterio, se fosse sopra la terra, come è
30   nascosto sotto, farebbe sbigottire ogni terribile ingegno. Per il che la lode
    e la fama di questo mirabile artefice debbono tenere luogo di conside-
    razione fra gli intelletti begli e fra i chiari ingegni, i quali sapranno
    grado alle sue fatiche, per tante belle vie e tanti modi di facilità cercò
    ornare l'arte sua in questo secolo.
35   Trovasi che sino al tempo degli antichi Romani sono stati e sono di
    continuo gli uomini di Terni e quegli di Riete inimicissimi per la
    differenzia, ché 'l lago delle Marmora, alcuna volta tenendo in collo, fa-
    ceva violenzia a una delle parti; onde quei di Rieti lo volevano aprire, e i
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