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con tutta la compagnia alle nozze che s'apparecchiavano, fu accettato |
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l'invito. Per che entrati tutti per quella bocca piena di denti, che, es- |
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sendo gangherata, s'apriva a ciascuna coppia d'uomini che entrava |
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e poi si chiudeva, si trovarono in ultimo in una gran stanza di forma |
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tonda, la quale non aveva altro che un assai piccolo lumicino nel |
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mezzo, il quale sì poco risplendeva, che a fatica si scorgevano. Quivi |
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essendo da un bruttissimo diavolo, che era nel mezzo con un forcone, |
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messi a sedere dove erano le tavole apparecchiate di nero, comandò |
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Plutone che per onore di quelle sue nozze cessassero, per insino a |
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che quivi dimoravano, le pene dell'inferno; e così fu fatto. E perché |
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erano in quella stanza tutte dipinte le bolge del regno de' dannati e |
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le loro pene e tormenti, dato fuoco a uno stopino, in un baleno fu ac- |
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ceso a ciascuna bolgia un lume, che mostrava nella sua pittura in che |
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modo e con quali pene fussero quelli che erano in essa tormentati. |
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Le vivande di quella infernal cena furono tutti animali schifi e brut- |
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tissimi in apparenza, ma però dentro, sotto la forma del pasticcio e |
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coperta abominevole, erano cibi delicatissimi e di più sorti. |
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La scorza, dico, et il difuori mostrava che fussero serpenti, bisce, |
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ramarri, lucertole, tarantole, botte, ranocchi, scorpioni, pipistrelli et |
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altri simili animali, et il didentro era composizione d'ottime vivande. |
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E queste furono poste in tavola con una pala, e dinanzi a ciascuno e |
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con ordine, dal diavolo che era nel mezzo; un compagno del quale |
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mesceva con un corno di vetro, ma di fuori brutto e spiacevole, pre- |
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ziosi vini in coreggiuoli da fondere invetriati, che servivano per bic- |
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chieri. Finite queste prime vivande, che furono quasi un antipasto, |
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furono messe per frutte, fingendo che la cena, aùffatica non comin- |
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ciata, fusse finita, in cambio di frutte e confezzioni, ossa di morti |
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giù giù per tutta la tavola: la quali frutte e reliquie erano di zucchero. |
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Ciò fatto, comandando Plutone, che disse voler andare a riposarsi con |
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Proserpina sua, che le pene tornassero a tormentare i dannati, furono |
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da certi venti in un attimo spenti tutti i già detti lumi; e uditi infiniti |
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romori, grida e voci orribili e spaventose, e' fu veduta nel mezzo di |
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quelle tenebre, con un lumicino, l'imagine del Baia bombardiere, che |
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era uno de' circostanti, come s'è detto, condannato da Plutone all'in- |
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ferno, per avere nelle sue girandole e macchine di fuoco avuto sempre |
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per suggetto et invenzione i sette peccati mortali e cose d'inferno. |
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Mentre che a vedere ciò et a udire diverse lamentevoli voci s'atten- |
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deva, fu levato via il doloroso e funesto apparato, e venendo i lumi, |
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veduto in cambio di quello un apparecchio reale e ricchissimo, e con |
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orrevoli serventi che portarono il rimanente della cena, che fu magnifica |