Volume 5

Edizione Giuntina
    da Giovanfrancesco Rustici, comparsero gl'uomini della Compagnia,
    sì come avea il signor ordinato, tutti in abito di muratori e manovali:
    cioè, quelli che andavano per la maggiore, con la cazzuola che taglias-
    se et il martello a cintola, e quegli che per la minore vestiti da mano-
5   vali col vassoio e manovelle da far lieva, e la cazzuola sola a cintola.
    Et arrivati tutti nella prima stanza, avendo loro mostrato il signore
    la pianta d'uno edifizio che si aveva da murare per la Compagnia, e
    dintorno a quello messo a tavola i maestri, i manovali comin-
    ciarono a portare le materie per fare il fondamento: cioè vassoi pieni
10   di lasagne cotte, per calcina, e ricotte acconce col zucchero; rena fatta
    di cacio, spezie e pepe mescolati; e per ghiaia confetti grossi e spicchî
    di berlingozzi; i quadrucci, mezzane e pianelle, che erano portate ne'
    corbelli e con le barelle, erano pane e stiacciate. Venuto poi uno im-
    basamento, perché non pareva dagli scarpellini stato così ben con-
15   dotto e lavorato, fu giudicato che fusse ben fatto spezzarlo e romper-
    lo; per che datovi dentro e trovatolo tutto composto di torte, fega-
    tegli et altre cose simili, se le goderono, essendo loro poste innanzi dai
    manovali. Dopo, venuti i medesimi in campo con una gran colonna
    fasciata di trippe di vitella cotte, e quella disfatta, e dato il lesso di
20   vitella e caponi et altro di che era composta, si mangiarono la basa di
    cacio parmigiano et il capitello acconcio maravigliosamente con in-
    tagli di caponi arrosto, fette di vitella e con la cimasa di lingue. Ma
    perché sto io a contare tutti i particolari? Dopo la colonna fu portato
    sopra un carro un pezzo di molto artifizioso architrave con fregio e
25   cornicione, in simile maniera tanto bene e di tante diverse vivande
    composto, che troppo lunga storia sarebbe voler dirne l'intero; ba-
    sta che quando fu tempo di svegliare, venendo una pioggia finta dopo
    molti tuoni, tutti lasciarono il lavoro e si fuggirono, et andò ciascuno
    a casa sua. Un'altra volta, essendo nella medesima Compagnia si-
30   gnore Matteo da Panzano, il convito fu ordinato in questa maniera.
    Cerere, cercando Proserpina sua figliuola, la quale avea rapita Plu-
    tone, entrata dove erano ragunati gli uomini della Cazzuola dinanzi
    al loro signore, gli pregò che volessino accompagnarla all'inferno;
    alla quale dimanda dopo molte dispute essi acconsentendo, le anda-
35   rono dietro. E così entrati in una stanza alquanto oscura, videro in
    cambio d'una porta una grandissima bocca di serpente, la cui testa
    teneva tutta la facciata; alla quale porta d'intorno accostandosi tutti,
    mentre Cerbero abaiava, dimandò Cerere se là entro fusse la perduta
    figliuola; et essendole risposto di sì, ella soggiunse che disiderava di
40   riaverla. Ma avendo risposto Plutone non voler renderla, et invitatale
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